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da Il Manifesto del 6 luglio 2004

«Accogliere i profughi è un dovere» di Cinzia Gubbini

«L’Italia è la porta verso l’Europa, questo è un ruolo a cui non si può abdicare. I profughi della Cap Anamur andrebbero accolti. Una volta a terra, l’Italia potrebbe mediare, vedere se queste persone hanno intenzione di raggiungere altri paesi europei. Ma il minimo che si possa fare nei confronti di persone che fuggono da una situazione martoriata come quella del Darfur in Sudan è dare una risposta di accoglienza». Per il responsabile dell’immigrazione della Caritas italiana, don Giancarlo Perego, non esistono punti oscuri nel racconto del salvataggio di 37 profughi sudanesi da parte della nave tedesca della Cap Anamur, o norme del diritto marittimo che reggano: ci sono 37 persone a bordo di una nave, a un tiro di schioppo dalle coste siciliane e vanno fatti entrare. «Il diritto internazionale, a volte, viene interpretato in base a tanti parametri. Quello che non bisogna mai scordare è la persona».

Parole sagge e pacate mentre da parte italiana continua una chiusura totale sulla vicenda della nave tedesca Cap Anamur, tant’è che finora non ci sono mai state comunicazioni ufficiali tra l’equipaggio e il governo. Per cercare di sbloccare la situazione Ics, Medici senza frontiere e Amnesty international hanno chiesto un incontro ufficiale con il Viminale mentre Emergency, domani, cercherà di tornare a bordo della nave per portare conforto all’equipaggio e ai trentasette profughi. Giovedì sarà la volta di Goletta verde. Intanto è in costruzione un «Comitato italiano Cap Anamur», all’appello hanno già aderito associazioni come l’Arci, l’Asgi, Attac Italia, i Comoboniani, Liberazione e Carta. Oggi, invece, la questione sarà posta direttamente sul tavolo del senato. Il sottosegretario agli esteri Margherita Boniver per ironia della sorte andrà a riferire alla Commissione diritti umani sulla situazione del Darfur. «È inammissibile – osserva il segretario della Comissione, il verde Francesco Martone che porrà la questione della nave tedesca – che il governo da una parte ammetta la serietà della situazione sul campo, e dall’altra se ne lavi prontamente le mani quando si tratta di accoglierne le vittime». Anche i Ds sono intervenuti sulla vicenda: il deputato Accursio Montalbano ha presentato un’interrogazione al ministro Pisanu sostenendo che «la decisione d’ impedire alla nave di varcare le nostre acque territoriali costituisce palese ed esplicita violazione delle norme restrittive che regolano nel nostro paese la concessione del diritto d’asilo». Il sindaco di Ancona, Fabio Sturani, responsabile delle politiche migratorie per l’Associazione dei comuni italiani (Anci) è tornato ad assicurare la disponibilità degli enti locali ad accogliere i profughi della Cap Anamur.

L’Alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati dell’Onu (Acnur) si augura «che le 37 persone a bordo della nave tedesca possano trovare serenità», dice Laura Boldrini, portavoce per l’Italia anche se sottolinea che «esistono delle norme internazionali sul diritto marittimo, e le responsabilità che ciascun paese deve assumersi. Un sistema che deve essere rispettato da tutti». Finora, le 37 persone a bordo della nave non hanno richiesto l’asilo: «Come ci si può aspettare che siano disposti a rendere noti i propri nomi in una situazione del genere?- si chiede l’avvocato Fulvio Vassallo Paleologo – a bordo della nave non esistono interpreti, mediatori culturali. Nessuno che sia in grado di fornire un minimo di garanzia».