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Allarme TBC nel Cara di Bari, ed anche fuori.

di Fulvio Vassallo Paleologo, Università di Palermo

Adesso che Joy è morta, hanno scoperto che oltre la metà degli “ospiti” del Centro di accoglienza per rifugiati di Bari è positiva all’esame della tubercolina, come diversi operatori della struttura ed un interprete della Prefettura. Ma l’allarme riguarda anche tutti i clienti che sono stati con Joy da quando era fuggita dalla struttura, probabilmente per la paura di essere rimpatriata, malgrado avesse proposto domanda di asilo.

Allora, poche considerazioni. Nessuno si chiede perché una percentuale così alta di donne transita attraverso la procedura di asilo, spesso con esito sfavorevole, quando è evidente che si trova in una condizione di sfruttamento e che un “accompagnatore” è già pronto a garantire il viaggio verso il mondo buio della prostituzione.

La improvvisazione di questi ultimi mesi nello”smistamento” dei migranti giunti in Italia, in particolare a Lampedusa, sta determinando una situazione fuori controllo, come è confermato da decine di episodi di autolesionismo, da ritardi negli interventi medici, da superficialità nello screening dei migranti “in transito”. E dobbiamo ricordare che per divergenze con le modalità di trattenimento, Medici senza frontiere ha interrotto da alcuni mesi il prezioso servizio di primo soccorso ed assistenza che svolgeva già sul molo di Lampedusa, subito dopo gli sbarchi. Anche Save the Children ha criticato i ritardi nell’assistenza sanitaria dei migranti che raggiungono Lampedusa.

Gli immigrati salvati a sud di Lampedusa non possono essere trattati come pacchi e trasferiti da un centro ad un altro con viaggi ancora più pesanti se si considerano le condizioni nelle quali raggiungono le coste italiane. Le esigenze di soccorso e di assistenza medica vanno soddisfatte immediatamente e non possono cedere rispetto alle esigenze di contrasto dell’immigrazione clandestina. Oltre agli interrogatori da parte della polizia, tesi soltanto a scoprire gli scafisti, occorre che i medici possano visitare subito i migranti ed approntare le profilassi e le terapie che non sono differibili.

Occorre anche ricordare la insufficienza cronica del nostro sistema di accoglienza, l’esaurimento dei fondi disponibili da parte dei comuni, le speculazioni che in molte località si montano sulla pelle dei migranti.

Ma soprattutto quello che si deve ricordare e la totale assenza di prospettive che la legislazione italiana riserva ai migranti irregolari o richiedenti asilo denegati. Una situazione che determina una diffusa omertà con i trafficanti e contribuisce alla clandestinizzazione di persone che, braccate dagli apparati di polizia, possono finire ancora più facilmente nelle reti della prostituzione e della criminalità organizzata.

No, spiegare che non ricorre un obbligo di denuncia, ma che il governo si limiterebbe soltanto ad introdurre una facoltà di denuncia, o forse neppure quella, è un falso argomento. La verità e che con la introduzione del reato di immigrazione clandestina si creano le premesse per delazioni di massa, soprattutto a livello degli apparati amministrativi tenuti alla segnalazione delle persone prive di permesso di soggiorno, e quindi colpevoli di un reato, seppure contravvenzionale.

Una gigantesca impostura sta per essere montata dal governo. Con la scusa che si mantiene il divieto di segnalazione qualcuno vorrebbe fare dimenticare le conseguenze catastrofiche dell’introduzione del reato di immigrazione clandestina. Un reato che contribuirà a moltiplicare gli episodi come quelli che si sono verificati in questi giorni a Bari
E che la morte di Joy ricordi a tutti che nel nostro ordinamento esiste ancora l’art. 18 del testo unico, e che occorre dare a tutte le vittime del traffico della prostituzione la possibilità di ottenere, anche in assenza di denuncia, un permesso di soggiorno per protezione sociale, se non un permesso per motivi umanitari ex art. 5.6 del Testo Unico..

Fulvio Vassallo Paleologo
Università di Palermo