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Almeno due i migranti morti nel corso delle brutali retate a Castillejos

El Faro, Spagna, 1 dicembre 2015

L’Onlus Caminando Fronteras ha denunciato la morte di almeno due migranti nel corso di alcune retate condotte ieri nel corso della mattinata a Castillejos (n.d.r. città marocchina situata nella regione di Tánger-Tetuán molto vicina a Ceuta).

Altre azioni sono state portate avanti da forze ausiliari marocchine per trattenere la popolazione subsahariana che abitava nelle grotte dietro all’hotel Ibis. Durante l’operazione, iniziata alle 10.30 di ieri mattina e conclusasi intorno alle 14.00, è stato anche appiccato il fuoco nelle grotte in cui si nascondevano i migranti subsahariani con l’obiettivo di obbligarli ad uscire. Almeno due i migranti rimasti intrappolati. Dei testimoni presenti ai fatti hanno dichiarato all’Onlus Caminando Fronteras di aver visto il cadavere di un compagno camerunese di 24 anni nella grotta, ma di non essere riusciti a localizzare l’altro rimasto all’interno.

L’ente umanitario ha riportato i fatti sia al Comitato Nazionale e Regionale dei diritti umani della zona Tangeri – Tétuan sia al consolato di Rabat perché si informino sull’accaduto.
Al termine di questa edizione, decine di migranti subsahariani erano detenuti al commissariato.

Queste retate si aggiungono a quelle già condotte lo scorso fine settimana nei boschi marocchini e che terminarono con decine di arresti.

Questo stesso giornale, sabato scorso, aveva reso noto che la polizia marocchina aveva provveduto ad espellere quasi del tutto i migranti dalla zona compresa tra le città di Ceuta e Tangeri. Stando alle fonti consultate, le retate condotte dalle Forze Ausiliari (corpo parapoliziesco) nei confronti dei migranti subsahariani si sono intensificate negli ultimi giorni, con massicce espulsioni verso il sud del Marocco.

Tali retate coincidono anche con l’aumento insolito del traffico di gommoni nell’area dello Stretto negli ultimi dieci giorni, e principalmente sulle coste di Ceuta.

L’Observatorio del Norte de Derechos Humanos (ONDH, Osservatorio del Nord di Diritti Umani) ha segnalato in un comunicato che l’allontanamento dei migranti nei boschi intorno a Ceuta è “quasi definitivo”, e che sono rimasti poco più di trenta delle centinaia di migranti arrivati due anni fa e che aspettavano il momento giusto per attraversare il confine spagnolo oltre la recinzione di Ceuta o per mezzo di barconi ed auto.

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