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Amnesty: la politica dell’UE sta portando ad abusi sui migranti in Italia

Patrick Kingsley e Stephanie Kirchgaessner, The Guardian - 3 novembre 2016

Foto: Yara Nardi/EPA/Croce Rossa Italiana

Stando alle decine di testimonianze di migranti rese pubbliche adesso per la prima volta, le politiche migratorie europee hanno portato a torture, abusi ed espulsioni di richiedenti asilo arrivati in Italia via mare.

Secondo gli intervistati, quaranta migranti sudanesi sono stati illegalmente rimpatriati in Sudan senza poter ricorrere a vere e proprie procedure di asilo e, al suo ritorno, almeno uno di loro – un rifugiato dal Darfur – ha subito percosse dai funzionari.

Questi presunti casi di abuso sono la logica conseguenza della nuova strategia di gestione delle migrazioni dell’Unione europea, sostiene Amnesty International nel rapporto.

L’attuazione del sistema degli hotspot, che costringe tutti i migranti a lasciare le impronte digitali al momento del loro arrivo in Italia, e il fallimento del programma dei trasferimenti, che ha portato l’Italia e la Grecia a ospitare più rifugiati di gran parte degli altri paesi dell’UE, ha prosciugato le risorse italiane e creato una dinamica che incoraggia gli abusi, ha dichiarato Amnesty.

Una vittima sudanese ha detto al Guardian: “Ho visto una persona torturata con le scariche elettriche – l’ho visto con i miei occhi”.

Il ventitreenne, che ha fornito la propria testimonianza anche ad Amnesty, ha aggiunto: ”Si è rifiutato di lasciare le impronte digitali [alla polizia], per questo l’hanno fatto. Hanno usato i taser.”
Il Ministro dell’Interno italiano non ha risposto alla richiesta di un commento da parte del Guardian. I funzionari e i politici italiani hanno già avvertito che al paese mancano le risorse per occuparsi in maniera adeguata di così tanti richiedenti asilo e che serve maggiore supporto da parte dei vicini europei.

A partire dal 2015 i leader europei hanno costretto l’Italia a registrare tutti gli arrivi dalla Libia, rendendola di fatto responsabile della loro custodia, senza accoglierne alcuno nei propri paesi. Soltanto 1.200 dei 40.000 rifugiati di cui i membri dell’Ue avevano inizialmente promesso di farsi carico sono stati trasferiti in maniera ufficiale dall’Italia ad altri paesi europei.

La settimana scorsa il primo ministro italiano, Matteo Renzi, ha minacciato di porre un veto al pagamento dei fondi europei ai paesi che non hanno accolto i rifugiati attualmente in Italia. “L’Italia non può affrontare un altro anno come quello appena passato”, ha dichiarato Renzi.

Matteo De Bellis, ricercatore del progetto, ha dichiarato: ”L’approccio hotspot, elaborato a Bruxelles e realizzato in Italia, ha aumentato, invece che diminuire, la pressione sugli stati di frontiera. Ne conseguono terribili violazioni dei diritti di persone disperatamente vulnerabili, violazioni di cui le autorità italiane hanno una responsabilità diretta e i leader europei una responsabilità politica.”

Sembra che la stragrande maggioranza dei migranti arrivati sia stata trattata in maniera disumana dalla polizia italiana. La marina miliare e la guardia costiera italiana giocano inoltre un ruolo determinante nel salvataggio di migliaia di richiedenti asilo nel Mediterraneo del sud.

Ma le testimonianze rilasciate giovedì rivelano che molti funzionari, a cui viene richiesto di prendere le impronte digitali a richiedenti asilo restii a collaborare e di arginare i flussi migratori, hanno maltrattato e abbandonato queste persone a situazioni pericolose, non permettendo loro di effettuare una richiesta di asilo.

Una vittima di ventisettenne anni ha affermato di aver ricevuto, in Sicilia, percosse e scosse elettriche per mano dei poliziotti, che hanno poi usato delle pinze direttamente sui suoi testicoli. “Ero seduto su una sedia di alluminio con un’apertura sulla seduta” ha raccontato ad Amnesty, in una testimonianza confermata anche da un’altra vittima. “[Mi] hanno bloccato le spalle e le gambe, poi hanno stretto i miei testicoli con la pinza e hanno tirato per due volte. Non ho parole per descrivere il dolore che ho provato.

Un sedicenne dal Darfur ha raccontato ad Amnesty di essere stato fulminato con scariche elettriche dopo essersi rifiutato di fornire le impronte digitali. “Mi hanno dato delle scosse con un bastone elettrico diverse volte sulla gamba sinistra, poi sulla gamba destra, sul torace e sulla pancia,” queste le sue parole. “Ero troppo debole, non sono riuscito a opporre resistenza e a quel punto mi hanno preso entrambe le mani e le hanno messe sulla macchina.”

Un uomo dal Darfur, deportato in Sudan ad agosto, ha raccontato al Guardian di essere stato espulso nonostante avesse comunicato ai poliziotti il suo desiderio di richiedere asilo. “Ho detto loro che volevo l’asilo politico in Italia”, ci ha detto al telefono. “Ma non sono sicuro che il traduttore l’abbia tradotto.

I pericoli di questa espulsione illegale si sono rivelati al suo arrivo in Sudan. Almeno uno dei rimpatriati è stato malmenato dai funzionari della sicurezza sudanesi durante un interrogatorio, ha raccontato l’uomo. “E’ stato trascinato sul pavimento e colpito con una sedia. Eravamo nella stessa stanza e lui era accanto a me. Non [so] perché l’hanno fatto.”

Il presidente sudanese, Omar al-Bashir, è stato accusato dalla Corte penale internazionale di tre genocidi in Darfur. Il Guardian ha chiesto al governo sudanese di rilasciare una dichiarazione a riguardo.

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