Secondo il Giudice, il ricorso merita accoglimento perché “il decreto di espulsione, oggetto del dibattito processuale, non reca alcun elemento utile affinché si possa ritenere validamente approfondita la posizione dello straniero, in quanto le ragioni di parte resistente confezionate con formule di stile e stereotipate non sono supportate da valide e convincenti motivazioni.
La prassi adottata è in contrasto pertanto con la direttiva comunitaria n. 115 del 2008 che privilegia il rimpatrio volontario del cittadino di una nazione terza con le procedure di cui all’art. 7 della stessa direttiva“.
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Giudice di Pace di Catanzaro, ordinanza del 5 dicembre 2017
