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Belluno – Sanzionata la sede del Ceis. No alla speculazione sulla vita dei rifugiati

Questa mattina una quarantina di attivisti della Comune Bellunese, dell’Associazione Razzismo Stop (Treviso) e del Centro Sociale Django (Treviso) hanno sanzionato la sede del CeIS di Don Gigetto De Bortoli e del businessman Giulio Martini. “Stop speculazione, prima le persone” è lo slogan del banner di 5 metri che è stato attacchinato nelle mura esterne della struttura.

“L’iniziativa – hanno affermato gli attivisti – ha lo scopo di denunciare come il sistema “di accoglienza”, messo in campo dalla Onlus di De Bortoli, non stia rispettando i minimi standard di qualità di un servizio che costa 30 euro al giorno di soldi pubblici per ogni richiedente asilo. Una montagna di soldi nel complesso, ma dove finiscono?”

Strutture sovraffollate, servizi alla persona scadenti, nessun investimento in attività di integrazione, sono alcuni degli aspetti che gli attivisti hanno denunciato oggi, dopo che nei giorni scorsi la stessa Onlus è ritornata alla ribalta per la protesta dei richiedenti asilo ospitati a Vittorio Veneto (TV).

A pochi mesi, infatti, dalla prima contestazione avvenuta nell’altra struttura del CeIS che si trova a La Secca (BL), si è verificato un altro episodio di protesta nel quale i migranti hanno denunciato nuovamente le pessime condizioni di vita in cui si trovano. “E’ un caso che le uniche due proteste di migranti registrate in Veneto sono successe nelle strutture del CeIS? – ribadiscono gli attivisti al megafono – E’ l’esempio negativo di come il “sistema di accoglienza” possa diventare in realtà un business tutto giocato sulla pelle dei migranti che vengono usati come dei bancomat, mentre le destre razziste e fasciste come Lega Nord e Casa Pound continuano ad aizzare odio e intolleranza nei confronti di chi scappa da guerre e povertà. Mentre, infatti, si attaccano e si usano i più deboli, per scopi elettorali e per far cassa, l’unica emergenza è rappresentata dalla totale assenza di programmazione e di capacità gestionale.
Un’accoglienza organizzata significherebbe più dignità per chi scappa dalla morte e minori possibilità di costruire business sulla pelle di queste persone.”

La proposta degli attivisti, infatti, è quella di trasformare i Tavoli di Sicurezza provinciali che si svolgono in prefettura per la gestione dei richiedenti asilo, in Tavoli dell’Accoglienza e Partecipazione pubblici aperti alle associazioni, alla società civile e soprattutto alla componente migrante ospitata nelle strutture: “stiamo parlando di persone portatrici di diritti e doveri. E’ importante fornirgli gli “strumenti”, come la conoscenza della lingua, per far sì che diventino dei soggetti attivi in questa società. Hanno diritto di prendere parola e di auto-rappresentarsi. Questo significa integrazione.”
Ora tocca alla prefettura.

Qui sotto il volantino diffuso durante l’iniziativa.

Stop speculazione, prima le persone!
Mentre a Roma sfila il corteo del Razzismo del Terzo Millennio firmato Lega Nord e Casa Pound e pensato per trasformare odio e intolleranza in dati elettorali a Belluno si sanziona uno dei molti esempi che incarnano il problema reale: la speculazione, lo sfruttamento degli essere umani, la visione dell’emarginato come business.

Stop speculazione!
Dall’inizio del 2014 le strutture di Belluno e Treviso (come nel resto del Paese) stanno ospitando i richiedenti asilo, un servizio questo, vincolato da una convenzione tra Prefettura e Cooperative e pagato dallo stato circa 30 euro al giorno per migrante, una cifra che dovrebbe essere investita in formazione, attività, servizi. La realtà del CEIS di Don Gigetto De Bortoli e di Giulio Martini è un piccolo impero economico che conta decine di strutture pubbliche e private gestite dalle varie coop legate al gruppo comprese quelle in cui sono stipati oltre 80 migranti. Nonostante questo, la gestione dei richiedenti asilo è tra le peggiori: strutture sovraffollate, servizi alla persona scadenti, nessun investimento in attività di integrazione.
Basti pensare che le uniche due proteste di migranti registrate in Veneto sono successe nelle strutture del CEIS di La Secca e Serravalle.
Un esempio negativo di come il sistema di accoglienza possa diventare un business tutto giocato sulla pelle dei migranti e delle comunità locali e finanziato da soldi pubblici.

Rivendichiamo la dignità di chi scappa da guerra e povertà e il diritto ad un’accoglienza umana, vera, cooperante. Le presenze di richiedenti asilo in Veneto si attestano intorno alle 1800 persone su quasi 5 milioni di abitanti, numeri irrisori che ci fanno capire come l’unica emergenza sia rappresentata dalla totale assenza di programmazione e di capacità gestionale, un’accoglienza organizzata significherebbe più dignità per chi scappa dalla morte e minori possibilità di costruire business sulla pelle di queste persone.

Trasparenza/Partecipazione: niente slogan, otto mesi di gestione governati dai Tavoli di Sicurezza organizzati dalla Prefettura evidentemente non possono essere giudicati in maniera positiva, soprattutto dal punto di vista della trasparenza nei confronti dei cittadini. La nostra proposta è di trasformare i Tavoli di Sicurezza in Tavoli dell’Accoglienza, aprire perciò l’organo di coordinamento provinciale alle associazioni e alla società civile e soprattutto alla componente migrante. Siamo sicuri che in questo modo il controllo sulla qualità del servizio possa finalmente essere tale e soprattutto che la responsabilizzazione e partecipazione degli stessi migranti alle attività di coordinamento possa portare solo elementi positivi.

Riportare l’attenzione sui reali responsabili dell’isteria sociale vuol dire chiudere la bocca a fascisti e leghisti. A coloro che attaccano il debole nascondendo i reali responsabili della crisi, che fanno leva sulla paura e l’assenza di certezze aizzando guerre fra poveri, facendo così il gioco delle élite che mirano alla divisione, all’esclusione, rispondiamo con forza attraverso la realizzazione di pratiche di cooperazione e mutualismo dal basso, all’interno dei nostri spazi, nelle realtà e nei quartieri che attraversiamo.

La Comune Bellunese (BL)
Razzismo Stop (TV)
CSO Django (TV)

Tratto da:
bellunopiu.it