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Bloccati e perseguitati: il prezzo della chiusura dei confini

News That Moves, gennaio 2016

Parte prima: fuggitivi per legge

Non posso credere di essere qui seduto, ancora vivo“, dice Ghosem, da Abadan, nel sud dell’Iran. Suo cugino, Mohammed, e il loro amico Arman, annuiscono concordi.

Poco più che ventenni, questi richiedenti asilo sulla rotta balcanica verso l’Europa sono esempi di come un cambio nelle politiche di alto livello da parte dei governi possa alterare di punto in bianco la vita delle persone – mettendo anche a rischio le loro vite.

In novembre, questo cambio di rotta dei governi europei ha trasformato il loro viaggio verso la Germania in 50 giorni d’inferno, esponendo lui e i suoi compagni di viaggio a violenza, rapimenti e furti.

Il loro viaggio è iniziato con ottimismo. Amici e cugini, cresciuti insieme, commilitoni durante il servizio militare, e uniti dal desiderio di libertà e di fuga dalla repressione sociale ed economica del loro angolo di Iran.

Prima di partire, hanno pagato 2.000 dollari americani per una guida che li avrebbe aiutati ad arrivare fino in Europa, più ulteriori 2.000$ da pagare tramite bonifico all’arrivo in Germania.

Ai primi di novembre sono partiti, muovendosi liberamente attraverso Iran e Turchia fino a Smirne, dove hanno pagato altri 1.200$ per un passaggio in barca fino in Grecia.

Ma in Grecia tutto è cambiato. Le autorità europee hanno approvato nuove norme. D’ora in avanti, solo le persone provenienti da Siria, Afghanistan e Iraq sono autorizzate a varcare le frontiere e e a proseguire verso l’Europa. Niente iraniani.

Quando le nuove norme sono entrate in vigore, Ghosem e i suoi compagni di viaggio – tra cui marocchini, pakistani e altri – sono finiti in un vicolo cieco.

Hanno iniziato a intuire che qualcosa era cambiato quando hanno provato ad attraversare il confine per entrare in Macedonia, dove gli è stato detto che non avevano diritto a salire sul pullman privato che porta i profughi oltre il confine. Non capivano perché: avevano fatto tutto quello che avrebbero dovuto fare.

«Perché la Grecia ci abbia fornito i documenti, se poi i greci non ci lasciano uscire e la Macedonia non ci lascia entrare?” dice Ghosem. “Non lo capisco.”

Ghosem, Mohammed e Arman si sono resi conto di essere bloccati in Grecia. Le loro opzioni: rinunciare e tornare a casa, o accettare che le loro “guide” diventino i loro trafficanti. Il resto del loro viaggio sarebbe illegale. Sarebbero in balia dei trafficanti e vulnerabili alle decisioni di fronte alle autorità ad ogni passo del cammino.