Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Migrazioni in città tra percorsi escludenti e riappropriazioni urbane

Bologna – Burned identities. Il filmato del secondo incontro su Interventi di prossimità ed educativa di strada

Ciclo di incontri di formazione dello Sportello Migranti del TPO

Dopo il seminario con Roberto Bertolino dell’ass. F. Fanon di Torino il secondo incontro di Burned Identities diviene maggiormente operativo e centrato sulla qualità, la tipologia e le modalità dell’intervento sociale, cuore del progetto successivo agli appuntamenti di formazione: la costituzione di un’equipe mobile sulle tematiche dell’immigrazione.

Alle relatrici dell’incontro sono state poste alcune domande con cui avviare il loro intervento: cosa può essere questa equipe, che limiti, che prospettive e panorami può darsi. In che contesto opera, per quanto riguarda lo stato dei servizi sociali attivi. Questo perchè è semplicemente riduttivo definirla un prolungamento rispetto allo Sportello informativo e legale per migranti dell’associazione Ya Basta aperto il mercoledì al TPO. Perchè parte da un’intuizione dello sportello, ovvero tutti i servizi di informazione, assistenza ed accompagnamento rivolti ai migranti possono presentare delle barriere architettoniche se si chiede ad un migrante sempre e comunque di recarsi lui presso i servizi e non viceversa. Il tratto della barriera architettonica culturale, linguistica è ovviamente amplificato per i clandestini. Parte dall’intuizione dello sportello, ma ovviamente nel momento in cui andremo in strada diventeremo immediatamente qualcos’altro rispetto allo sportello.

La riflessione da cui partire è cosa e come si intende un lavoro di questo tipo. E’ un modo partigiano di intendere la città, la sua costruzione , la costruzione dello spazio pubblico, questo non solo perchè è semplicemente giusto che ci siano sevizi di aiuto che non chiedano il permesso di soggiorno, ma anche e soprattutto perchè riprendendo, come ha fatto il collega del centro Fanon la volta scorsa citando Beanasayang, mai come in un clima xenofobo ed espulsivo attorno, dobbiamo costruire vie di fuga, porte di uscita laterali, vie di nuova cittadinanza. Per fare questo dobbiamo fare lo sforzo di provare ad intendere lo stesso servizio che costruiremo in modo fluido, ibrido, meticcio, nomade, deterritorializzato, non gerarchico, non tecnico. In piccolo, si tratta di contribuire a costruire un sapere che vada oltre il sapere ed il lavoro tecnico perché non esiste neutralità tecnica.
Dall’introduzione all’incontro di Filippo Nuzzi, Progetto Plein air plein droit

Registrazione video dell’incontro

Parte I

cinzia_e_simona_1.flv

Parte II

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Info:
Associazione Ya Basta! Bologna
Via Casarini 17/4 Bologna
Tel 051/6493234

Progetto promosso da
Associazione Ya Basta! Bologna
Associazione Mooladé

In collaborazione con:
Progetto Melting Pot Europa, www.meltingpot.org
Centro sociale TPO, www.tpo.bo.it

Realizzato insieme a VolaBO nell’ambito del Progetto “Plein Air Plein Droit” 2011