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da Repubblica, Bari del 19 marzo 2009

Brindisi in rivolta – “No al nuovo Cpt”

Dal Ministro la conferma che Restinco verrà trasformato in Cie. Sindaco e opposizione d'accordo: basta clandestini

di Sonia Gioia

“Autorevoli fonti ministeriali”, così le ha definite il sindaco Domenico Mennitti, confermano: il Centro di prima accoglienza per immigrati a Restinco, già Centro di permanenza temporanea, diventerà un Centro di identificazione ed espulsione per clandestini. Ma Brindisi non ci sta. Chi per ragioni di “ordine e sicurezza pubblica” (il Comune), chi per ragioni politiche e di vicinanza alle ragioni dei migranti (la Provincia), resta un fatto che il no al Cie è bipartisan, per quanto il ministro dell’Interno Roberto Maroni appaia determinato a non dar conto alle ragioni di alcuno, se non a quelle già iscritte nel pacchetto sicurezza nato da una costola della Bossi-Fini, che nel futuro di Restinco aveva già scritto.

I 194 migranti in attesa di riconoscimento dello status di rifugiati politici, finora ospiti del Cda, sono stati avvisati del trasloco coatto e imminente disposto dal ministero, non prima di lunedì sera. Martedì mattina sono stati caricati su un pullman, destinazione Borgomezzanone, Foggia, in attesa del futuro incerto che verrà. Mentre a Restinco andava in scena l’ennesimo dramma di dolore e rabbia – piangevano i migranti e anche gli operatori – , la decisione calata dall’alto senza consultare né poco né punto gli enti locali, mandava in fibrillazione le istituzioni brindisine. Mentre gli aspiranti rifugiati raffazzonavano alla bell’e meglio quattro stracci per bagaglio e un carico di angoscia per viatico, l’assessore alla Provincia gridava: “Li stanno deportando”. Il sindaco invece consegnava le sue, di preoccupazioni, a un telegramma indirizzato al ministro leghista e al sottosegretario Alfredo Mantovano. Ambasce ribadite in una conferenza stampa convocata con somma urgenza, replicando le ragioni secondo cui un Cie a Restinco – per quanto “provvisorio” come pare debba essere – non è proprio il caso.

“Non vorrei – ha detto Mennitti – che qualcuno pensi di poter contare a lungo su Brindisi in quanto la sede di Restinco non è in alcun modo idonea per una lunga serie di carenze strutturali che mettono a rischio il personale che vi opera e che non consentono di considerarla immune da rischi di evasione”. Per non parlare del dispendio di uomini e mezzi delle forze dell’ordine necessario al controllo, che distrarrebbe gli sforzi dalla sicurezza complessiva del territorio.

Insomma, di quel rassicurante filo spinato che cingeva il Cpt voluto dalla Turco-Napolitano, non resta più nulla dal lontano 30 novembre 2007. E prima di indirizzare folle di migranti in attesa di espulsione a Brindisi, sarà il caso che il ministro, o chi per lui, rimedi al gap strutturale. Dopodiché, non è escluso che se ne riparli. Magari dopo la campagna elettorale.