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CIE di Gradisca – Depositato un esposto alla Procura della Repubblica

Fare chiarezza sui fatti dell'agosto 2013. I video della conferenza stampa di Gorizia

Totale assenza dei requisiti strutturali per il trattenimento di persone e la richiesta di accertamento per un possibile uso improprio della forza da parte della polizia — vedi l’utilizzo di gas lacrimogeni CS in ambienti scarsamente areati —: questa mattina, lunedì 12 maggio, l’associazione Tenda per la Pace e i Diritti e Melting Pot Europa, hanno depositato alla Procura della Repubblica di Gorizia, assieme alla firma di alcuni cittadini e politici, un esposto relativo alla rivolta e agli avvenimenti accaduti nell’agosto 2013 nel Centro di identificazione ed espulsione (CIE) di Gradisca d’Isonzo. In questi stessi giorni l’esposto verrà depositato, nelle Procure di Roma, Napoli, Genova e Palermo anche da altre associazioni grazie al coordinamento della campagna LasciateCIEntrare, che dal 2011 è attiva nel monitoraggio e nella denuncia della situazione in cui versano i CIE italiani, chiedendone la chiusura.

Un esposto corposo e dettagliato, redatto grazie al prezioso supporto dell’avvocato Alessandra Ballerini, che ripercorregli episodi più salienti degli ultimi mesi del 2013, a partire dalla notte dell’8 agosto, quando gli immigrati trattenuti, dopoessersi rifiutati di rientrare nelle rispettive stanze perché desideravano proseguire la festività religiosa del Bairam, sonostati caricati dalle forze dell’ordine. Un episodio seguito dalle proteste degli stessi uomini sui tetti, da altre situazioni conmanifestazioni di violenza da parte della polizia e il cui apice è rappresentato dall’uso di gas lacrimogeni CS (altamente tossici) in ambienti poco areati. Senza dimenticare, in occasione di un tentativo di fuga dalla struttura, la caduta dal tettodi Majid, deceduto il 30 aprile a Monfalcone dopo mesi di ricovero in stato di coma irreversibile all’ospedale. Della sua morte la famiglia è stata avvisata solo una settimana più tardi.

« Il susseguirsi dei drammatici avvenimenti di agosto e la possibilità di documentarli ci ha portato alla decisione diprocedere con l’esposto per denunciare una situazione assolutamente indegna che ha caratterizzato in questi anni il CIE di Gradisca, fin dalla sua apertura», il commento dell’associazione Tenda per la Pace e i Diritti di Staranzano. Adavvallare questa tesi anche le testimonianze di medici e politici riportate nel documento. Come il recente rapportodell’associazione Medu (Medici per i diritti umani), che associa la struttura di Gradisca a un lager, o la relazione sullasituazione igienico sanitaria redatta dal direttore della S.O.C. Igiene e Sanità Pubblica Gianni Cavallini che, dopo avervisitato il centro nell’agosto dello stesso anno, ha rilevato gravi carenze dei requisiti relativi al ricambio d’aria («l’unico possibile ricambio d’aria deriva dall’area esterna “a gabbia”, che risulta assolutamente insufficiente rispetto ai parametri»), scarichi dell’acqua e servizi igienici assolutamente inefficienti e privi di fori di apertura. Una situazione generale discarsa igiene, cibi mal conservati e l’assoluta mancanza dei requisiti strutturali funzionali per accogliere delle persone.

«Ricordiamo poi la somministrazione massiccia di psicofarmaci alle persone trattenute, il loro isolamento dal mondo esterno data l’impossibilità fino a poco prima della chiusura di utilizzare i telefoni cellulari nonostante questo fosse concesso dalla legge e una permanenza all’interno del centro portata spesso ai termini massimi di detenzione. Lì dove sono aperti, in Italia e all’estero, i CIE sono caratterizzati da gravi violazioni dei diritti umani che portano a continue tensioni, tra proteste e tentativi di fughe e, non di rado è emerso, nella storia dei CIE, un uso eccessivo della forza per sedare ogni tipo di ribellione. Con questo esposto – conclude Tenda per la Pace e i Diritti – auspichiamo, assieme agli altri soggetti coinvolti che hanno deciso di sottoscrivere l’atto, che vengano accertate le responsabilità per le violenze alle quali sono stati sottoposti i reclusi».

Oltre a Galadriel Ravelli, Anchal Bertani e Genni Fabrizio della Tenda per la Pace e i Diritti, Nicola Grigion del Melting Pot Europa, Matteo Negrari, Don Alberto De Nadai, Garante provinciale per i diritti dei detenuti (GO) e Abdsslam El Kodra, cugino di Abdelmajid El Kodra, hanno presentato l’esposto presso le Procure citate:
On. Celeste Costantino (SEL);
On. Nicola Fratoianni (SEL);
On. Serena Pellegrino (SEL);
Gabriella Guido – Portavoce Campagna LasciateCIEntrare;
Avv. Alessandra Ballerini;
Avv. Fulvio Vassallo Paleologo;
Ilaria Cucchi;
Patrizio Gonnella – Antigone;
Pietro Soldini – Responsabile Immigrazione CGIL;
Valentina Calderone – A Buon Diritto;
Lorenzo Trucco – ASGI;
Associazione Dasud;
Associazione Garibaldi Centouno;
Arci Thomas Sankara Napoli;
Stefano Galieni – Rifondazione Comunista;
Luca Casarini – Candidato L’altra Europa con Tsipras;
Marco Furfaro – Candidato L’altra Europa con Tsipras;
Maria Pia Pizzolante – tilt.