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Comunicato del Forum sociale di Modena

Centro di permanenza temporanea: un buco nero del diritto

Come prevedibile, ad alcuni mesi dall’apertura del centro di detenzione per migranti di Modena (CPT) le fughe e i rilasci sono infinitamente più delle espulsioni. Questo non implica però che tutto vada bene e che all’interno della struttura la vita sia comoda e serena. La visita, effettuata il 14.3.03 dal senatore Malabarba e da una piccola delegazione del Forum sociale di Modena, ha evidenziato l’amplificarsi e l’incancrenirsi dei problemi già esistenti a Modena e in tutti i CPT. I punti critici sono molti e in particolare ribadiamo l’urgenza di effettuare severe verifiche e vigilare costantemente su:

– il rischio concreto che nel CPT siano trattenute illegalmente persone di minore età e la scarsa collaborazione da parte della gestione e delle autorità nell’effettuare le dovute verifiche;
– la discrasia tra la teoria e la pratica nei percorsi burocratici per internati e parenti, ad esempio gli ostacoli che la Prefettura pone di fronte alle richieste di visite di congiunti e conoscenti o di visite mediche specialistiche;
– la pratica delle punizioni collettive e preventive verso gl’internati dei blocchi ritenuti più problematici;
– la condizione di abbandono e disperazione dovuta alla totale mancanza di oggetti d’uso quotidiano e quindi l’impossibilità di fare qualsiasi cosa tranne aspettare, fuggire o tentare di uccidersi;
– la dipendenza totale dal personale dell’ente gestore, anche per richieste banali quali accendere una sigaretta, comprarsi un caffè d’orzo e generi di conforto, nonché il mantenimento di un buon livello di pulizia personale;
– la pratica quotidiana e diffusissima di atti di autolesionismo anche grave, nella speranza di manifestare la propria disperazione ed eventualmente farsi portare al Pronto soccorso: ammesso che ve ne siano, sono pochissimi gl’internati che non portano i segni di ferite recenti e suturate in astanteria;
– la condizione disumana, assimilabile alla tortura fisica, nella quale sono costretti a vivere gl’internati tossicodipendenti in mancanza di cure adeguate alla loro patologia;
– il forte e generalizzato consumo di tranquillanti per placare l’angoscia data dalle condizioni di detenzione e dal fatto stesso di essere trattenuti/e per supposte inadempienze amministrative e non per illeciti penali.

Nel ribadire che nei centri di detenzione per migranti irregolari non c’è proprio nulla da salvare, né alcunché di migliorabile, il senatore Malabarba e il Forum sociale di Modena hanno formulato nuove, precise richieste di una maggiore apertura del CPT verso il mondo civile, che si concretizzino con l’autorizzazione, da parte della Prefettura, all’ingresso regolare di personale specializzato in grado di effettuare un severo monitoraggio e fornire eventualmente un supporto agl’internati, con particolare riferimento alle problematiche di tipo sanitario e legale. Il Forum sociale di Modena auspica che l’Amministrazione cittadina, che tanto si è spesa nell’assicurare che non sarebbe mancata la vigilanza della società civile, mantenga le promesse favorendo ogni azione indipendente e non onerosa che possa dall’esterno gettare un po’ di luce su quel buco nero del diritto che è il CPT di via La Marmora.

Forum sociale di Modena