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Cie Mattei, la gestione passa di mano. Dimezzato il costo pro capite

Da Repubblica.it del 23 aprile 2012

Da luglio dovranno bastare 28 euro a testa per garantire vitto, alloggio, vestiti, medici, mediatori, attività ricerative – e tanto altro ancora – a ogni ospite del Centro di identificazione ed espulsione di via Mattei, domenica di nuovo devastato da una rivolta, da scontri tra gruppi di diverse etnie e dalla fuga di due “prigionieri”.

Ieri mattina, è stato reso noto dalla deputata Pd Zandra Zampa, in prefettura sono state aperte le due sole buste con le offerte per rilevare la gestione del Centro. La onlus La Misericordia ha indicato 69 euro al giorno pro capite, la cifra che attualmente serve per garantire tutti i servizi richiesti. Sotto il tetto dei 30 euro prefissati dal bando della stessa prefettura è andato un soggetto ancora misterioso, l’associazione di imprese capitanata dalla cooperativa Oasi di Siracusa.

L’appalto è stato aggiudicato provvisoriamente alla cordata siciliana, mentre i concorrenti annunciano ricorso. E parte una ondata di critiche, espresse dalla Zampa e dai visitatori entrati con lei per un sopralluogo (mentre i giornalisti sono rimasti alla porta). “Dentro è un inferno, già così. Con 28 euro non potrà che andare peggio. Non saranno garantiti i diritti minimi, scadrà la qualità dei servizi. Solo una persona non sana di mente può pensare che con questa cifra si potrà gestire la struttura”.

Danilo Gruppi, segretario della Cgil Bologna, esce dal Cie con la faccia di chi ha visto l’inimmaginabile.
Era alla prima visita. Si dice “esterrefatto”, e le osservazioni sono solo negative. “Mai avrei pensato che nella nostra città potesse esserci un posto del genere. Un pugno nello stomaco. Questo è il fallimento delle politiche di anni, sia del centrodestra, sia del centrosinistra”. E il taglio del budget, concorda, non potrà che aggravare le criticità. “Sono preoccupato anche per gli operatori che veranno qui. Dovrebbero essere assunti con contratti regolari. Non so come faranno, con quell’importo. E’ demenziale – incalza Gruppi – fare gare al massimo ribasso, specie in luoghi così delicati”.

Anche Stefano Brugnara, presidente dell’Arci, è più che critico. Ma non di sole cifre si è parlato. I visitatori hanno raccontanto le storie disumane di molti degli stranieri e delle straniere confinati nel Centro. Un esempio? Un uomo che, dopo aver vissuto 26 anni a Bologna e aver sgobbato duro in fabbrica, è stato portato qui perchè ha perso l’impiego e il permesso di soggiorno. Un altro? Le ragazze nigeriane vittime della tratta, che stanno chiuse qui dentro dopo aver denunciato gli sfruttarori, in attesa di vedersi riconosciuto il diritto a restare in Italia per motivi di protezione sociale.