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tratto: Globalproject.info

Colpi di pistola su due lavoratori ivoriani. Scoppia la protesta

Emerge la drammatica realtà portata alla luce da MSF

Hagi e Ahabib, venerdì 12 dicembre, stavano rientrando nel casolare abbandonato in cui vivono in condizioni disumane, sulla strada che da Rosarno porta a S. Ferdinando. I due lavoratori immigrati della Costa D’Avorio stavano tornando da una lunga giornata di lavoro, sfruttati nella raccolta degli agrumi dai caporalati della zona nella piana di Gioia Tauro.
Da uno Fiat Punto, che poi è si è allontanata a forte velocità, partono alcuni colpi di pistola che feriscono i due immigrati, uno in maniera grave. A sparare, secondo quanto riferiscono gli inquirenti, due italiani.
Entrambi i lavoratori sono stati ricoverati all’ospedale di Polistena.
La notizia corre veloce tra i lavoratori, provenienti per lo più dall’Africa sub-sahariana, che da novembre a febbraio, secondo il rapporto “Una stagione all’inferno” di Medici senza frontiere, arrivano in migliaia per la raccolta di mandarini e arance a 25 euro al giorno. Vivono in casolari e ex-fabbriche abbandonate senza luce, acqua, gas e servizi igienici.
In tre/quattrocento, venerdì sera, scendono in strada e si fronteggiano con polizia e carabinieri in assetto antisommossa, lanciano oggetti, bloccano le strade. La protesta si ferma solo dopo l’incontro
di una delegazione dei lavoratori con i commissari prefettizi che attualmente gestiscono il comune di Rosarno (sciolto per infiltrazioni mafiose) e dai rappresentanti delle forze dell’ordine in cui hanno chiesto migliori condizioni abitative e più sicurezza.

Vedi anche:
Rosarno – Una mappa dei drammi del mondo
Nel rifugio-lager di Rosarno “Viviamo tra i topi e la paura”
Una stagione all’inferno – La denuncia di Medici Senza Frontiere
Rapporto di MSF sul lavoro stagionale al Sud – Intervista ad Alessandra Oglino