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Cona (Ve) – Presidio e visita al centro di prima accoglienza

Persiste una situazione di accoglienza inadeguata in un luogo isolato

Sabato a Conetta, dove vivono nell’ex base militare più di 500 richiedenti asilo, si è svolto un presidio per denunciare le condizioni invivibili dell’attuale centro d’accoglienza straordinaria. Una delegazione di parlamentari e avvocatesse dell’associazione Giuristi democratici (avv. Maria Monica Bassan, Giorgia Marzotto e Aurora d’Agostino) è anche entrata tra le reti e le mura della base per vedere con i propri occhi qual è la situazione.
La caserma di Conetta, abbandonata da anni, adesso ospita richiedenti asilo in attesa del parere della Commissione territoriale ed è gestita dalla cooperativa Ecofficina. Già da qualche mese i migranti che vivono all’interno si lamentano delle condizioni di vita esprimendo le loro necessità con varie proteste, che sono però passate in sordina se non in qualche occasione, e che Prefetto e cooperativa hanno sempre sminuito. La stessa cooperativa, qualche settimana fa, è stata oggetto di cronaca per l’inchiesta su alcuni dirigenti e alcune strutture.

All’interno della base, riferisce una degli avvocati della delegazione, vengono rispettati i parametri imposti dalla Prefettura, ma questo non basta a rendere le condizioni accettabili per la permanenza, che è sempre più prolungata per gli ospiti del centro.
I delegati riferiscono che le stanze sono piccole, con tre letti a castello e una finestrella ciascuna, non ci sono altri arredamenti, armadi o sedie dove sistemare le proprie cose. La struttura muraria in generale è degradata e la parte migliore paradossalmente è quella dei tendoni, dove vivono comunque in centinaia.
I servizi non hanno neanche la parvenza di essere decenti e un avvocato dei delegati commenta facendo un paragone con i campi profughi che ha visto in Turchia: sono meglio organizzati del c.a.s. veneto.
Non ci sono spazi dedicati alla vita collettiva e la cooperativa non offre attività ricreative o educative. Ancora più importanti se si pensa alla collocazione del centro d’accoglienza: la zona, infatti, è isolata e lontano da tutto e i ragazzi vivono in una condizione di isolamento forzato anche potendo uscire dalla base.
“Quello dell’ex base di Conetta è un chiaro esempio di accoglienza disfunzionale, sia per gli ospiti che per gli abitanti ospitanti”, dichiara Luana Zanella, esponente dei Verdi.
A dimostrazione di quanto siano difficili le condizioni di vita, la delegazione ha avuto anche notizia di molti ricoveri psichiatrici e addirittura di due T.S.O.. La permanenza nel centro porta i soggetti più deboli all’esasperazione e questa notizia fa pensare che anche l’assistenza medica e psicologica sia estremamente carente.
Nonostante le promesse del Prefetto Cuttaia, che qualche mese fa dichiarava la diminuzione degli ospiti, e le smentite sulle cattive condizioni di vita, il centro continua ad essere un ammasso indegno di persone e le condizioni non sono migliorate, anzi.
È inaccettabile che esseri umani in fuga da situazioni spaventose e con trascorsi traumatici siano costretti a vivere in un posto come Cona, senza un’accoglienza degna e percorsi d’integrazione adeguati. Finché la gestione sarà questa l’accoglienza invece di essere un diritto sarà più che altro una violazione.