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Contro il Mos Maiorum le leggi non scritte di Antigone

Da Palermo - Cronaca di un pomeriggio diverso. Nelle strade a "sabotare" la retata europea

È stato un pomeriggio diverso quello dell’11 ottobre a Palermo. Nell’unica maniera possibile per non affondare nella frustrazione, decine di persone hanno ricordato, a modo loro, il terribile naufragio di un anno fa. Si sono incontrate davanti al Centro di S. Chiara, negli anni punto di riferimento per il coordinamento antirazzista, il forum sulla Palestina, e tanti movimenti che hanno attraversato la città, oltre che luogo di incontro tra le comunità migranti del quartiere dell’Albergheria, e spazio fondamentale per i bambini di ogni nazionalità.

E poi da lì due squadre a dividersi una mappa del centro storico disegnata in fretta dietro un volantino: il volantino di avvertimento per tutti i migranti, il volantino di “sabotaggio” di mos maiorum.

Sabotaggio sì, in qualche modo si può dire: il sabotaggio della solidarietà contro la logica della sicurezza difensiva, il sabotaggio di chi guarda le persone e dice: io sto dalla tua parte, contro ogni retorica della paura e della separatezza.

Può essere particolarmente bello andare in giro per le strade della propria città e inventarsi questa ricerca al contrario: fermare tutti e tutte quelle che non sembrano italiani/e d’origine, entrare nei negozietti, bussare a qualche casa. E vedere prima la diffidenza sui volti delle persone e poi un po’ d’incredulità. Di seguito il timore per il messaggio che si sta dando (attenzione in quei 13 giorni, se hai amici senza documenti avvertili) e poi ancora un sorriso che ti dice: God bless you.

Non è perché ci si senta “buoni”, ma è perché ci si sente dentro una storia orribile, e però si sceglie di stare dall’altra parte. È diventato facile, oggi, compiere un’azione politica: basta andare incontro alle persone che ti dicono che dovresti temere, basta anteporre quel sesto senso di comune appartenenza alla specie umana al razzismo che tutto corrode.

E allora davvero, questa piccola grande cosa si può fare. C’è già un sacco di gente che la sta facendo, e può trasformarsi in una resistenza diffusa ovunque, in un sabotaggio efficace.

Che Mos Maiorum non lo possa fare il conto delle persone senza documenti, né quello delle rotte, perché dal 13 al 26 ottobre, i migranti d’Europa lo sapranno dove non devono andare.

Ricordiamo che se davvero questa Europa volesse combattere il traffico delle persone dovrebbe innanzitutto smettere di esserne complice cambiando le politiche che clandestinizzano milioni e milioni di migranti, eliminando la Convenzione di Dublino che costringe i profughi ad attraversare le frontiere interne di nascosto. In linea con questa ipocrisia istituzionale, che dichiara la lotta all’illegalità e la riproduce per sfruttarla, Mos Maiorum colpirà solo chi cerca di esercitare la propria libertà di movimento, fingendo di voler colpire i trafficanti.

E mentre questa ipocrisia continua a perpetrarsi in molte forme, paesi come l’Italia scoprono improvvisamente di essere tornati paesi di emigrazione, con un saldo negativo tra chi parte e chi arriva, con un sistema economico e di mercato che oggi più che mai, senza i migranti, crollerebbe definitivamente.

Ma il divide et impera funziona ancora e sempre, così come funziona la propaganda che vuole i migranti nemici e nutre culture d’odio che portano catastrofi.
Ciascuno può, nel suo piccolo, opporsi a questi dispositivi.

Ieri pomeriggio a Palermo sono stati dati 2400 volantini. Uno per uno, parlando persona per persona. Se ciascuna delle persone incontrate parlasse, come presumibilmente avverrà, con altre 5, già 15.000 sarebbero state avvisate in un solo giorno. In poco tempo non ci sarebbe più nessuno all’oscuro di ciò che avverrà in questo mese.

Certo, non è sufficiente per difenderli davvero tutti e tutte:

-E io dove vado in quei giorni?

È la domanda dei posteggiatori in strada, di qualche venditore ambulante, ma anche dei più insospettabili ragazzi in bicicletta che ascoltano la musica con le auricolari.
Bisognerà inventarsi ancora molti modi per supportare e sabotare, ma è anche vero che persone sopravvissute alle guerre, ai deserti, al mare, alle nostre polizie e ai nostri centri di detenzione/accoglienza, una volta avvertite sanno anche organizzarsi.

In ogni caso, oltre il fatto, utilissimo, di avvertire, in un pomeriggio come quello dell’11 Ottobre a Palermo c’è di più. Non si può essere a Kobane a portare via le donne e i bambini che il mondo sta sacrificando, né a Gaza con le persone della Palestina che hanno conosciuto nella loro vita solo guerra e discriminazione. Non si può essere nemmeno tutti i giorni sulle automobili del corteo nuziale di Io sto con la sposa, a rischiare il carcere per permettere la realizzazione di un sogno altrui.

Ma nelle strade, adesso, sì, ci si può essere, a capovolgere il senso di quell’operazione dal fascisteggiante nome di romana memoria: contro il mos maiorum seguendo le agrapta nomina, le leggi non scritte di Antigone, quelle che portano a disobbedire prima di diventare complici.