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Corte d’Appello di Potenza. Riconoscimento della protezione sussidiaria a cittadino gambiano

Corte d'Appello di Potenza, sentenza n. 461 del 6 dicembre 2016

Una sentenza della Corte di Appello di Potenza che riconosce la protezione sussidiaria ad un cittadino gambiano. L’appello è stato seguito dall’Avv. Francesco Abate del Foro di Matera, membro della sezione Asgi Basilicata.

La sentenza ha carattere innovativo, fra le prime in Basilicata in materia. E pure conferma l’orientamento di questa Corte che già qualche mese fa aveva emesso una sentenza che ribaltava l’esito del giudizio di primo grado.

E dopo le conferme giunte con le sentenza emesse sulla situazione del Mali e della Nigeria, ora tocca al Gambia. Nella sentenza si analizza capillarmente la situazione del Paese (le condizioni generali, politiche, economiche e sociali) evidenziandone tutte le criticità grazie all’apporto dei rapporti si Human Right Watch e Amnesty International.

Infine la Corte cosi decide: “Alla luce di tali elementi, la Corte ritiene che il richiedente appare meritevole della protezione sussidiaria. Ed invero, la storia personale del richiedente, in relazione alla quale non si hanno fondati motivi per metterla in discussione, racconta che egli era impegnato politicamente nel partito di opposizione al governo del Presidente ed ha denunciato brogli elettorali consistiti nel fatto che il Partito del Presidente, per aumentare il risultato elettorale in proprio favore, aveva portato a votare persone provenienti da Casamance. Per tale denuncia, […] ha sopportato la detenzione preliminare prolungata, in un Paese, che, da quanto risulta dalle fonti citate, presenta preoccupanti condizioni di vita nelle carceri e pratica la tortura con palesi violazioni dei diritti umani delle persone sospettate“.

E poco più avanti sottolinea con acume: “Come abbiamo riportato nel precedente paragrafo, la situazione socio – politica in Gambia è tuttora caratterizzata da estrema incertezza e preoccupazione, che giustifica l’esodo enorme (vedi circa 1.600 arrivi registrati nel 2015 – fonte Frontex), rispetto ad un Paese così piccolo. Se da un lato i comportamenti più aggressivi prendono di mira gli oppositori al regime o i giornalisti, dall’altro, tutti gli evidenziati elementi sanciscono che la diffusione di pratiche illegali è presumibile anche nei confronti dei cittadini accusati di reati comuni“.

Oltretutto rilevando anche: “Orbene, la precisione e la coerenza del racconto, confortati anche da riscontri oggettivi (individuabili nelle ferite mostrate all’esaminatore), depongono univocamente per la credibilità e la verosimiglianza della storia narrata da Camara che non può essere apoditticamente posta in dubbio, tanto più se si raffronta al contesto socio-politico emerso dai report internazionali sulla grave situazione socio-politica gambiana“.

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Corte d’Appello di Potenza, sentenza n. 461 del 6 dicembre 2016