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Crisi dei migranti: attaccato campo sull’isola di Chios in Grecia

BBC News, 18 novembre 2016

E’ la seconda notte di violenza nella regione attorno al campo di Souda. Circa 4.000 migranti e rifugiati si trovano a Chios.
Diverse tende sono state danneggiate durante l’attacco, inclusa una da 50 posti, secondo quanto riportato dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).

Mercoledì scorso quattro migranti sono stati arrestati in seguito al lancio di alcuni petardi. La polizia greca ha comunicato che i quattro sono tre adolescenti algerini e un adulto iraniano. Si ritiene che i petardi siano stati rubati da un negozio.

I campi presso le isole greche stanno ancora ospitando più di 16.000 richiedenti asilo. Un portavoce UNHCR in Grecia, Roland Schoenbauer, ha riportato che venerdì qualcuno ha lanciato una pietra attraverso il muro accanto al campo di Souda, colpendo un rifugiato siriano alla testa e causando lesioni gravi. Il ferito si trova attualmente in ospedale.

Giovedì notte “bottiglie molotov sono state lanciate al di là del muro, causando la distruzione di diverse tende” Schoenbauer riporta alla BBC. “La gente è spaventata – difficile convincerla a tornare indietro [al campo di Souda]”.

Il campo gestito dal governo è sovrappopolato.

Non è ancora chiaro chi abbia condotto l’attacco incendiario al campo di Souda nella notte di giovedì.

Coinvolgimento dell’estrema destra?

La situazione è ancora tesa a Souda e l’UNHCR non è riuscita a sostituire tutte le tende danneggiate o distrutte.

I volontari hanno aiutato con tende più piccole fuori dal campo”, spiega Schoenbauer, rendendo necessarie pattuglie della polizia greca a sorvegliare la zona.

A causa della situazione d’incertezza attuale non tutti i migranti avranno un posto asciutto dove passare la notte”.

Circa il 60% dei rifugiati e migranti a Souda ha provenienza siriana, il 20% irachena, il 10% nordafricana e un altro 10% altra nazionalità.

Il campo di Souda è situato vicino ad una comunità locale a Chios.

Inoltre, durante le violenze di giovedì due volontari locali sono stati aggrediti da una folla di circa 30 persone rendendo necessario il trattamento in ospedale.

Secondo alcune fonti, sono coinvolti militanti greci dell’estrema destra.

Qualcosa come 100 persone hanno perso un posto asciutto dove dormire nei primi due incidenti, dunque riceveranno nuove tende” dice Schoenbauer. Inoltre saranno fornite nuove coperte, sacchi a pelo e altri articoli.

L’UNHCR si è offerta di aiutare le autorità di Chios a trovare una nuova sistemazione per i migranti, in hotel, appartamenti o edifici pubblici.

Per alleggerire la pressione, Schoenbauer prosegue, l’UNHCR sta anche aiutando a identificare i richiedenti asilo per il trasferimento nell’entroterra greco e fornendo loro biglietti per il traghetto.

Alcuni migranti sono già stati trasferiti, dopo essere stati controllati e aver ricevuto un documento d’asilo.

Diminuzione degli arrivi

Secondo l’UNHCR, gli arrivi dei migranti a Chios sono scesi a una media giornaliera di 6, contro i 21 di ottobre. In aprile la media giornaliera era di 38.

Nell’ultimo mese la violenza si è anche scatenata contro un campo migranti sovrappopolato, situato nella limitrofa isola greca di Lesbo.

A partire da marzo c’è stata una netta diminuzione del numero di migranti che affrontano pericolosi viaggi tramite imbarcazioni attraverso l’Egeo dalla Turchia alle isole greche, a seguito di un patto firmato dall’Unione Europea con la Turchia, con l’obiettivo di limitare l’afflusso.

Tuttavia, la procedura di processare le richieste d’asilo è molto lenta e sono sorte tensioni tra i migranti e i residenti locali. In molti casi, i migranti in Grecia trovano riparo in condizioni misere.

Le isole greche hanno rimandato alcuni migranti irregolari in Turchia, dopo aver rifiutato le loro richieste d’asilo.

L’UNHCR non è coinvolta in questi rifiuti, dice Schoenbauer, ma non ha obiezioni purchè le procedure di sicurezza siano rispettate e il paese d’origine non presenti rischi.

Una nota circa la terminologia: BBC usa il termine ‘migrante’ riferito a tutti i soggetti in movimento che devono ancora completare il procedimento legale di richiedere asilo. In questo gruppo rientrano persone in fuga da paesi colpiti da guerra come la Siria, a cui è plausibile venga riconosciuto il diritto d’asilo, così come persone che cercano lavoro e una vita migliore, che è plausibile che i governi riconoscano come immigrati.