Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Da Verona e oltre Verona: ¡ Vamos a desalambrar !

Considerazioni, rassegna stampa, audio e fotografie sull'Assemblea degli IWW del 3 giugno

L’assemblea degli Invisible Workers of the World tenutasi a Verona sabato 3 giugno è stata un autentico evento costituente. Più di settecento persone in assemblea, tra le quali almeno cinquecento migranti giunti da tutto il nordest, dall’Emilia, dalla Toscana, da Milano, da Napoli, da Siviglia, Malaga, Barcellona e Lubjana, hanno dato vita ad una discussione vivace e partecipata riconoscendosi nelle parole d’ordine del documento preparatorio preventivamente presentato in innumerevoli assemblee sul territorio.

Autorganizzazione politica e sindacale di precari e migranti, rifiuto della delega a sindacati e partiti della concertazione e di governo, un’agenda di lotta fatta di autonome pratiche di movimento e di microfisica organizzazione della conflittualità e delle vertenze in tutti i luoghi dello sfruttamento e dell’invisibilizzazione del lavoro migrante e precario, sono stati i punti di una discussione aperta alla quale hanno partecipato migranti e precari di molte situazioni di intervento europee ed Italiane.

L’assemblea, trasmessa anche all’esterno di una sala non in grado di contenere tutt*, e che ha fatto seguito ad un seminario internazionale sui movimenti migratori e sui controlli di confine organizzato da Uninomade nordest (www.uninomade.org) altrettanto partecipato e consonante, si è conclusa con la seguene mozione conclusiva.

Mozione

L’assemblea degli Invisible Workers of the World, dei migranti e dei precari, riunitasi a Verona, sabato 3 giugno 2006, al centro del mediterraneo come parte di uno spazio politico europeo, ha messo a confronto esperienze di lotta e di autorganizzazione di migranti e precari arrivati da tutto il Nordest, dalla Slovenia, dalla Spagna, dalla Toscana, dall’Emilia, da Milano e da Roma. La discussione introdotta da un seminario internazionale in cui sono state analizzate le principali contraddizioni della governance dei flussi del lavoro migrante e precario, si è conclude con la convergenza sui punti che seguono.

I processi di precarizzazione che investono il lavoro producono effetti enormi incrociandosi con la condizione dei migranti: gerarchizzazione della cittadinanza, invisibilizzazione sociale, sgretolamento dei diritti. La condizione del migrante è stata, in questo senso, il campo di sperimentazione per forme di destrutturazione e di nuova regolazione velocemente destinate ad estendersi all’insieme del lavoro vivo. Legge Bossi-Fini e legge 30 hanno determinato la messa in opera di un dispositivo in grado di erodere i diritti, di frammentare la cooperazione sociale, di rendere intermittente l’accesso alla condizione di piena cittadinanza.

Il migrante si trova a rischio di clandestinizzazione ogni volta si chiuda un contratto di lavoro. Il lavoro precario riproduce questo rischio in ogni momento: impedisce di trovare casa, di programmare il futuro, di poter essere cittadini regolari. Mette ogni lavoratore migrante in condizione di ricatto. La disoccupazione, l’interruzione del rapporto di lavoro, una casa inadeguata, significano la revoca, o comunque il mancato rinnovo, del permesso di soggiorno. Questa situazione di precarietà sociale è il prodotto della subordinazione integrale dei diritti di cittadinanza al mercato. Una situazione che ci riguarda tutti. Migranti e precari.

L’assemblea degli IWW, espressione della realtà di lotta di migranti e precari, a queste forme di regolazione e ai loro effetti perversi – sul terreno del salario, quello delle politiche della casa, intorno a strategie di controllo che criminalizzano la condizione del migrante – oppone un’agenda di lotta fatta di iniziativa sindacale autorganizzata e di ferma presa di parola politica. Fuori da qualsiasi spazio di compatibilizzazione delle lotte in cui si pretenda di comprimere la soggettività di migranti e precari. La stessa soggettività delle lotte parigine contro il CPE, degli indocumentados di Los Angeles, delle decine di migliaia di migranti e precari scesi in piazza in Italia, negli ultimi anni, contro la Turco-Napolitano e la Bossi-Fini, i loro CPT, la legge 30.

L’agenda di lotta prevede, sul piano sindacale, il darsi forme di autorganizzazione che siano anche pratiche di movimento. Apriremo da subito vertenze per il recupero dei contributi versati dai migranti, difenderemo le occupazioni di case, rivendicheremo l’amnistia per i reati connessi alle lotte contro la Bossi-Fini e lavoreremo alla connessione e all’ulteriore proliferazione delle mille insorgenze del lavoro precario contro lo sfruttamento. E’ in direzione di nuove forme di lotta, in direzione dello sciopero sociale come blocco dei flussi di uomini e informazioni nel tessuto della produzione metropolitana che intendiamo spingere le nostre formule organizzative.

Sul piano politico, la nostra presa di parola, sin da ora, si dota di scadenze che indichiamo a tutto il movimento antirazzista italiano ed europeo. Un’iniziativa di lotta per il 1 luglio. Un corteo regionale, a Venezia, che porti al Palazzo della Regione le rivendicazioni emerse come piattaforma di lotta dall’assemblea: un regolamento regionale che ponga fine alla caccia al venditore ambulante, l’amnistia per chi sia incorso nei controlli, criteri di idoneità abitativa che permettano di aderire alle richieste dei regolamenti attuativi della Bossi-Fini senza discriminazioni o discrezionalità introdotte dalle diverse amministrazioni comunali.

Indichiamo a tutto il movimento la partecipazione al campeggio antirazzista di Gorizia dal 17 al 22 luglio, alla carovana contro le frontiere interne di Barcellona a tutte le iniziative di lotta che verranno intraprese in settembre, in tutta Italia, nel corso di una sollevazione generale contro l’indegnità dei Centri di permanenza temporanea, i CPT. Che non vanno “superati”, ma definitivamente chiusi. Senza se e senza ma.

Ed infine: la scadenza del 9 settembre come data di una riunione degli Invisible Workers of the World in cui confrontarci su come affrontare un nuovo autunno di lotte e di autorganizzazione.

Il nostro tempo è qui e comincia adesso.

Verona, 3 giugno 2006
L’ASSEMBLEA DEGLI IWWW

Rassegna stampa

La «ribellione» degli immigrati da L’Arena di Verona del 4 giugno
Gli invisibili: «Cisl, Cgil e Uil? Basta, facciamo da soli» da Il Corriere di Verona del 4 giugno