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Diritto di voto – Commento dell’Avv. Paolo Cognini sul dl presentato da An

L’Avv. Paolo Cognini commenta l’art.48 bis, presentato da Alleanza Nazionale, per la modifica della Costituzione e l’introduzione del diritto di voto amministrativo ai cittadini non comunitari.

Il testo dell’articolo 48 bis conferma in larga misura le ipotesi già formulate. Il diritto di voto non è formalmente ricollegato alla carta di soggiorno ma potranno di fatto accedere coloro che sono in grado di presentare e garantire tutte le condizioni che consentono di ottenere la carta di soggiorno, ovvero il fatto di soggiornare stabilimente in Italia da almeno 6 anni, di avere un permesso di soggiorno per un motivo che consenta un numero indeterminato di rinnovi, un reddito sufficiente per se e per la propria famiglia. C’è però un ultimo requisito non collegato alle condizioni per conseguire la carta di soggiorno, ossia il mancato rinvio a giudizio per reati che prevedono l’arresto facoltativo obbligatorio.

Molti quotidiani che hanno commentato quest’articolo di legge hanno trattato il punto in questione come se si richiedesse all’immigrato di non avere precedenti penali. In realtà la situazione è molto più grave. Il precedente penale si determina in conseguenza di una condanna, mentre il mancato rinvio a giudizio si presenta nel caso in cui l’immigrato per un qualche motivo sia stato rinviato a giudizio. Per l’ordinamento italiano non significa affatto essere responsabili di un reato poiché la responsabilità deve essere determinata in sede processuale. E’un punto altamente rischioso che può offrire la possibilità di fare operazioni poco chiare rispetto a coloro che vorranno accedere al diritto di voto.
Un altro aspetto che va rilevato è che si tratta di un diritto azionabile su richiesta. Non è sufficiente che l’immigrato presenti le condizioni appena dette, è necessario che l’immigrato faccia una specifica richiesta per accedere al diritto di voto. Questo è un elemento a sua volta particolare perché non è specificato a chi dovrebbe essere formulata la richiesta, potrebbe essere formulata ad un’autorità civile o di polizia. Possiamo presupporre che ci sarà un regolamento d’attuazione che andrà a specificare questi aspetti. Rendiamoci conto però di cosa significa la possibilità di azionare un diritto al voto solamente dopo aver presentato tutte le condizioni che ho detto e dopo averne fatto richiesta ad un’autorità che vagli tutte le condizioni di cui abbiamo parlato.

L’articolo 48bis introduce un concetto, un parametro giuridico del diritto di voto collegato a criteri di censo che sicuramente introdurrà grandi elementi di discriminazione nell’accesso al voto tra immigrati, introdurrà la possibilità di un controllo su come verrà esercitato il diritto al voto da parte degli immigrati ed è un articolo che si propone un percorso di carattere costituzionale quindi con tempi estremamente lunghi. Percorso costituzionale che non era assoluttamente necessario seguire, poteva essere riconosciuto il diritto al voto agli immigrati con percorsi più semplici e all’interno delle modifiche normative ordinarie.

Bisogna essere molto chiari sugli elementi di critica che noi portiamo a questo disegno di legge, allo stesso tempo però dobbiamo essere molto intelligenti da utilizzare lo spazio di discussione che in ogni modo questo evento ha determinato per portare in termini conflittuali il nostro contributo. Il nostro contributo pone al centro la questione del diritto al voto da parte degli immigrati come diritto che va garantito in maniera assoluta e integrale, collegata semplicemente alla residenza dell’immigrato. Questo tipo di diritto è tra l’altro già riconosciuta in diversi paesi europei.
Sarà inoltre necessario aprire lo spazio di discussione anche rispetto al regolamento di attuazione dell’articolo 48 bis che detterà la realizzazione pratica del diritto di voto amministrativo. Ritengo necessario portare alla massima evidenza sperimentazioni che si stanno già determinando sul terreno locale.

Avv. Paolo Cognini (Ancona)

Foro di Ancona.
Esperto in Diritto Penale e Diritto dell’immigrazione e dell’asilo, da sempre impegnato nella tutela dei diritti degli stranieri.

Socio ASGI, è stato docente in Diritto dell'immigrazione presso l'Università di Macerata.

Autore di pubblicazioni, formatore per enti pubblici e del privato sociale, referente della formazione del Progetto Melting Pot Europa.


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