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Tratto da emilianet.it

Emilia Romagna, la capitale dell’immigrazione

La presenza di prospettive occupazionali e di un tessuto produttivo forte costituiscono il principale motore di questi flussi, peraltro in costante crescita.
E’ quanto emerge dal Capitolo relativo all’Emilia Romagna contenuto nel Dossier Statistico sull’Immigrazione 2003, curato da Caritas in collaborazione con la CNA e presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa a Bologna.La collaborazione tra Caritas e CNA, oltre a prevedere l’approfondimento e la diffusione dei dati statistici, si propone di richiamare l’attenzione sulle opportunità imprenditoriali che si possono aprire per gli immigrati e sulle strutture che li possono sostenere; tra queste, la rete ecclesiale ed il sistema di servizi CNA, fra cui gli “sportelli” per l’orientamento all’auto imprenditorialità.

Questa la fotografia scattata dal Dossier sull’immigrazione in Emilia Romagna.
Per il 2002 viene stimata una presenza sul territorio regionale di oltre 240 mila stranieri (150.600 permessi di soggiorno, 37.000 minori registrati sui permessi di soggiorno dei genitori, 57.059 domande di regolarizzazione), pari a circa il 6% dei residenti. L’incremento rispetto al 2001 è di 24.049 unità (19%), superiore al valore medio nazionale pari all’ 11,2%, che colloca l’Emilia Romagna nel gruppo delle regioni a maggiore incremento, composto dalle regioni del centro e del nord-est, insieme alla Calabria.
Questo dato conferma l’Emilia Romagna come una regione ad intensa dinamica migratoria.
La forza lavoro straniera presente, secondo un’ elaborazione su dati INAIL, risulta essere di 90.685 unità, pari al 60,2% dei permessi di soggiorno. Un dato regionale che continua ad essere superiore al valore nazionale che si attesta al 55,2%.
Sempre secondo il Dossier, i lavoratori stranieri sono per l’84,9% lavoratori subordinati occupati, per il 10,6% lavoratori autonomi e per il 4,5% non occupati.
Altro dato interessante: a livello nazionale, gli extra comunitari rappresentano l’11,5% delle assunzioni ed il 26,8% dei saldi (al netto cioè delle cessazioni); in Emilia Romagna, il 14,8% delle assunzioni ed il 33,3% dei saldi. Dati che confermano ancora una volta la maggior propensione del mercato del lavoro regionale nell’inserimento di mano d’opera straniera.

Per quanto riguarda la dimensione delle imprese, il 26% delle assunzioni di extra comunitari interessa ditte con meno di 10 addetti; il 31,5% ditte che hanno da 11 a 50 addetti ed il 42% ditte con oltre 50 addetti.La rete di piccolissime, piccole e medie imprese risulta fondamentale per l’inserimento nel mercato del lavoro anche dei lavoratori extracomunitari.
Accanto ad un incremento delle presenze, cambia anche la tipologia del lavoro extra comunitario: il numero di imprenditori extracomunitari che hanno mantenuto la cittadinanza straniera in Emilia Romagna è di7.408, circa l’11,4% del totale; a questi si aggiungono 1.229 soci e collaboratori per un totale di 8.637. A livello provinciale la presenza degli imprenditori (titolari, soci e collaboratori) si articola nel seguente modo: a Bologna 2.271, di cui 440 donne e 1831 maschi, a Modena 1.522 di cui 287 donne e 1.235 uomini; a Reggio Emilia 1.606 di cui 238 donne e 1.368 uomini; a Ravenna 773 di cui 71 donne e 702 uomini; a Ferrara 404 di cui 83 donne e 321 uomini; a Forlì-Cesena 271 di cui 73 donne e 198 uomini; a Parma 1.211 di cui 125 donne e 1.086 uomini; a Piacenza 46 di cui 15 donne e 31 uomini; a Rimini 533 di cui 169 donne e 364 uomini. L’Emilia Romagna è al secondo posto per presenza di imprenditori extra comunitari, dopo la Lombardia che ne ha 16.916 pari al 26,1% e prima del Piemonte con 6.972 (10,7%) e Veneto con 6.759. In Italia sono 64.775 (26.000 artigiani).

I settori in cui questi imprenditori operano prevalentemente sono: le costruzioni, il commercio aldettaglio, la meccanica di produzione e i trasporti.

Rispetto al 2001, interessanti novità si rilevano anche nella distribuzione geografica: nel 2002 la maggior crescita si registra a Modena, Forlì-Cesena e Ferrara (rispettivamente: + 40,9%; + 33,3% e + 24,8%). Nonostante questo riequilibrio, resta Bologna la città con il più alto numero di permessi di soggiorno, seguita da Modena e Reggio Emilia.

Qualcosa cambia anche sul piano delle nazionalità; le prime dieci rimangono le stesse del 2001 (Marocco, Albania, Tunisia, Romania, Cina, Senegal, Filippine, Pakistan, Ghana e India). Vi sono però interessanti movimenti all’interno della graduatoria: ad esempio aumenta la presenza dei rumeni, che superano i cinesi, e quella dei pakistani che passano dal decimo al settimo posto. In generale si evidenzia maggior dinamismo della presenza europea che supera (anche se di poco) quella africana (rispettivamente 38,4% contro il 37,7%). Si conferma comunque la tendenza regionale che vede la presenza ogni 10 immigrati stranieri: di 4 europei, 4 africani, 1,5 asiatici e 0,5 americani; tendenza che si differenzia da quella prevalente in Italia che vede, ogni 10 presenze: 4 europei, 3 africani, 2 asiatici e 1 americano.
Aumentano anche i ricongiungimenti familiari (che passano dal 28,7 del 2001 al 31,8% del 2002), fenomeno che unitamente ai permessi per motivi di lavoro (pari al 60,2% di cui 53,3% per lavoro subordinato, 6,4% per lavoro autonomo e 0,5% per altri motivi di lavoro), confermerebbe “la tendenza alla progressiva stabilità economica” degli insediamenti di cittadini stranieri in regione.

Ultimo elemento: la scuola. L’Emilia Romagna è al primo posto per l’incidenza percentuale dei bambini stranieri nelle scuole. Nell’anno scolastico 2001-2002 si registrano 22.814 alunni stranieri, pari al 4,8 degli alunni iscritti di cui 4.558 nelle scuole d’infanzia, 9.286 nelle elementari e 4.991 nelle secondarie di primo grado. Nel 2002-2003 nelle scuole statali della regione risultavano iscritti 26.795 bambini stranieri (in testa marocchini ed albanesi) pari al 6,35% dei 421.721 totali. Nelle scuole elementari statali della regione, su una popolazione scolastica di 150.000 alunni, i bambini stranieri nell’anno scolastico 2002-2003, sono stati 11.782, pari al 7,88% del totale. Nelle scuole materne i bambini stranieri sono stati 3.695, pari all’8,85% del totale. Questo conferma che, non solo l’Emilia Romagna attrae forza lavoro ma che, di fatto, riesce a produrre un elevato tasso di integrazione sociale. La maggior presenza scolastica straniera si registra nelle scuole elementari: ha superato il 9% nelle scuole elementari di Reggio Emilia e Modena e l’8% a Bologna e Piacenza.