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Fermo – Riduce un migrante in fin di vita dopo aver insultato la sua compagna: “scimmia”

Nelle Marche un dramma figlio del razzismo

Una vigliacca aggressione rischia di spegnere la vita ad un coppia di nigeriani che aveva scelto l’Italia come paese sicuro, al riparo dalle violenze del terrorismo e della povertà. Una vicenda allucinante farcita di razzismo ed ignoranza che ha molti colpevoli, tra coloro che soffiano sul fuoco dell’odio e tra quelli che voltano le spalle ai drammi dei migranti.

Un ragazzo nigeriano di 36 anni, ospite con la moglie del seminario vescovile di Don Vinicio Albanesi, è stato massacrato di bastonate ed è in fin di vita all’ospedale di Fermo. La situazione è talmente disperata che gli amici ci hanno detto che si aspetta solo il comunicato ufficiale dei medici per dichiararne la morte.

Dalla ricostruzione dei fatti la coppia è stata da prima insultata e poi aggredita da due italiani sembra appartenenti all’estrema destra ed al mondo ultrà locale.


“A detta della ragazza è stato divelto un palo della segnaletica rimovibile ed il 36enne nigeriano ha ricevuto questa grande botta al cranio nella parte posteriore. E’ caduto a terra in avanti ed hanno continuato a picchiarlo. La botta con il segnale stradale l’ha presa lui, Emmanuel, e poi è stato praticamente maciullato. Ha tutta la parte destra tumefatta e secondo l’analisi che abbiamo fatto era già in coma mentre lo picchiavano. Il fatto è avvenuto attorno alle 14.30 di ieri“.”

(dichiarazioni citate da “cronache fermane”)

La stessa struttura di accoglienza della città marchigiana era stata presa di mira con atti intimidatori, accusata di accogliere gli stranieri.

Una provocazione gratuita, a freddo – ha spiegato oggi in conferenza stampa don Vinicio Albanesi -. Ci costituiremo parte civile, nella veste di realtà a cui i due ragazzi sono stati affidati”. Sono 124 i profughi accolti nella struttura del seminario di Fermo, tra cui 19 nigeriani. Non solo: “Per questa sera abbiamo già organizzato una veglia di preghiera. Vogliamo pregare e chiedere perdono per non aver saputo proteggere e accogliere una giovane vita, sfuggita al terrore per trovare poi la morte in Italia”. E ancora, il parroco punta lancia accuse precise: “Ci sono piccoli gruppi, di persone che si sentono di appartenere evidentemente alla razza ariana! Fanno capo anche alla tifoseria locale e secondo me si tratta dello stesso giro che ha posto le bombe davanti alle nostre chiese“.
(dichiarazioni citate da Fanpage)

Nel frattempo in città si stanno organizzando fiaccolate ed altre manifestazioni di solidarietà, mentre la situazione sembra ormai senza speranze.

Danilo Burattini

Membro della redazione di Melting Pot Europa e dell'Ambasciata dei Diritti delle Marche.