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#Filiera Sporca, il rapporto 2016

La raccolta dei rifugiati. Trasparenza di filiera e responsabilità sociale delle aziende

La campagna #FilieraSporca – promossa dalle associazioni Terra! Onlus, daSud e terrelibere.org – ha ricostruito il percorso dei frutti dai campi agli scaffali dei supermercati. Le arance rosse dell’Etna esportate in tutto il mondo, il biondo calabrese mischiato col succo brasiliano che finisce nelle lattine delle multinazionali, le clementine di Sibari portate nei banconi di tutta Italia.

Il cuore della filiera è un ceto di intermediari che accumula ricchezza, organizza le raccolte usando i caporali, determina il prezzo. Impoverisce i piccoli produttori e acquista i loro terreni. Causa la povertà dei migranti e nega un’accoglienza dignitosa.

#FilieraSporca propone la responsabilità solidale di supermercati e multinazionali, che devono rispondere per quanto avviene anche nei livelli inferiori della filiera. E norme per l’etichettatura trasparente, attraverso l’elenco pubblico dei fornitori, perché informazioni chiare permettono ai consumatori di scegliere prodotti “slavery free”, ovvero senza sfruttamento e forme di schiavitù.

Si intitola “La raccolta dei rifugiati. Trasparenza di filiera e responsabilità sociale delle aziende, il secondo rapporto di #FilieraSporca.

Un viaggio per indagare le cause del caporalato nell’anno che ha fatto registrare oltre dieci morti nei campi e centinaia di migliaia di braccianti, stranieri e italiani, sfruttati per la raccolta dell’ortofrutta. Lavoro schiavile che passa anche per l’utilizzo di migranti richiedenti asilo, quelli del Cara di Mineo.

#FilieraSporca interroga e fornisce le risposte dei grandi attori della filiera agroalimentare, denuncia la mancata trasparenza della Grande distribuzione organizzata (Gdo) e il ruolo distorto delle Organizzazioni dei produttori che agiscono come moderni feudatari, dimostra come il costo delle arance riduce in povertà i piccoli produttori e lascia marcire il Made in Italy.

Il rapporto è curato da Sara Farolfi con la supervisione di Fabio Ciconte e la collaborazione di Antonello Mangano e Lorenzo Misuraca.
Il sito web è curato da Antonello Mangano.

Scarica il rapporto 2016 in PDF

Rassegna Stampa:
Così i rifugiati di Mineo diventano schiavi nei campi di arance, l’Espresso del 23 giugno
L’illegalità nella “filiera sporca” delle primizie Lavoratori truffati dai padroni sugli 80 euro, l’Espresso del 23 giugno
Dal Cara di Mineo nuovi braccianti in nero, Filiera Sporca chiede trasparenza, Corriere sociale del 24 giugno
#FilieraSporca, rapporto sulla raccolta dei rifugiati nelle campagne siciliane: “In Italia c’è ancora lo schiavismo, si chiama caporalato”, Huffington Post del 23 giugno
”Filiera Sporca 2016″: rapporto shock su caporalato e sfruttamento. Nel dossier anche i migranti del Cara di Mineo. A Bari corteo dei braccianti, Radio Onda d’Urto del 24 giugno