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Francia – A Calais i migranti invitati con la forza ad accamparsi altrove dopo la distruzione della “jungle”

Photo by Nils O'Hara

Parigi – L'”evacuazione a scopo umanitario” decisa dal Ministro dell’Interno Cazeneuve con la promessa di non fare intervenire le forze dell’ordine e i bulldozer si è concretizzata in un’operazione militare di espulsione forzata con minacce e flashball, taglio dell’alimentazione elettrica e aggressioni a testimoni e giornalisti.

Foto: Passeurs d'hospitalités ~ des exilés à Calais
Foto: Passeurs d’hospitalités ~ des exilés à Calais



In sintonia quindi con la promessa del primo ministro Valls che voleva un’azione “progressiva e senza violenza“, cioé in esclusiva presenza di alcune associazioni nonché figure istituzionali e prefettizie che in queste ultime settimane esercitano una forte quanto inefficace pressione sui migranti per convincerli ad entrare nei centri di transito improvvisati rinunciando a raggiungere le loro famiglie in Inghilterra.

Alcuni attivisti solidali con i migranti che periodicamente si installano a lavorare nella bidonville sono stati allontanati prima dell’evacuazione.
Una cinquantina di furgoni della polizia e mezzi antisommossa hanno presidiato la “jungle” e filtrato l’accesso in presenza della BAC, la brigata anticriminalità mentre i migranti tentavano di proteggere i loro beni dalla distruzione e stanno cercando di installarsi nella parte della bidonville che resta ancora provvisoriamente risparmiata dallo smantellamento.

Non esiste nessuna soluzione di alloggio per centinaia di migranti nonostante la Prefettura del Pas-de-Calais insista nei continui comunicati stampa a dichiarare generiche “soluzioni offerte” ad un numero intenzionalmente sottoestimato di migranti. Anche i migranti che accettano di salire su uno dei numerosi autobus destinati a portarli nei vari centri di permanenza temporanea (CAO, centre d’accueil et d’orientation) ritornano a Calais come è accaduto in questi ultimi mesi.

Venerdì 25 febbraio, il Tribunale di Lille aveva respinto il ricorso presentato dalle associazioni che si opponevano all’evacuazione della parte sud della bidonville, facendo eccezione per gli “spazi di vita comune“: scuola, biblioteca, teatro, centro giuridico. Ora, questa decisione lascia anche spazio ad una evidente ambiguità se questo avviene mentre si evacua l’intera zona e si radono al suolo i ripari e le abitazioni dei circa 1100/1200 migranti che fanno vivere e animano i luoghi ‘salvati’ dalla demolizione.

Attualmente, nella zona nord, dove sono installati circa 3500/4000 migranti, non c’è spazio sufficiente per accogliere gli ‘sfollati‘ della zona sud.Il consenso orchestrato per demolire due terzi della bidonville in due mesi con lo scopo di costruire il campo di container che serve a concentrare i migranti e di controllare il territorio circostante all’area portuale non ha impedito ancora una volta lo sgombero violento della “jungle” di Calais.

Per seguire gli aggiornamenti su Calais:
passeursdhospitalites.wordpress.comFB
Jungle Life,Calais,Grande Synthe
calaismigrantsolidarity.wordpress.com
Calais Action
The Worldwide Tribe