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Francia – Funzionari in sciopero contro la proposta di legge in tema di immigrazione e asilo del Governo

Helene Sergent, 20 minutes - 21 febbraio 2018

Le loro parole sono rare, le loro battaglie discrete. Questo mercoledì, quindi, i sostenitori del diritto d’asilo in Francia si mobilitano contro il progetto legge sull’immigrazione proposto dal Governo. Presentato stamattina al Consiglio dei Ministri da Gérard Collomb, il testo propone in particolare di ridurre considerevolmente le scadenze di tutte le procedure per i richiedenti asilo.

Il progetto istituisce anche la diffusione delle audizioni video dei rifugiati in caso di ricorsi se la protezione richiesta non gli è stata accordata in prima istanza. Misure «insostenibili» e «disumane» per i gruppi incaricati di studiare documenti complessi e talvolta dolorosi. Per protestare contro la proposta di legge, lo scorso 13 febbraio ha avuto inizio un’ondata di scioperi avviata dagli agenti della Corte nazionale del diritto d’asilo (CNDA), ai quali si sono uniti oggi i dipendenti dell’Ufficio francese per la protezione dei rifugiati e degli apolidi (Ofpra).

Occorrerà tempo

Lorraine Dubois è funzionario e istruttore da due anni e mezzo dell’Ofpra. Co-segretario del sindacato Asyl, la giovane donna denuncia una «frattura senza precedenti» nella politica d’asilo. «Dopo l’approvazione della legge del 2015, abbiamo compiuto numerosi sforzi e abbiamo dimezzato i tempi del trattamento delle richieste» riconosce. Oggi occorrono, in media, tre mesi perché i richiedenti asilo ottengano una risposta da parte dell’amministrazione. Il testo prevede che si passi a due mesi. «Ciascun richiedente è unico e le decisioni che si stanno prendendo sono a doppio taglio. Ci vuole necessariamente tempo!» continua Lorraine Dubois.

All’Ofpra, circa 400 funzionari si immergono quotidianamente nei racconti di coloro che desiderano beneficiare della protezione dello Stato. «L’ufficiale fa delle ricerche che riguardano il contenuto del dossier: il richiedente asilo è un attivista politico nel suo paese d’origine, vittima di persecuzioni religiose o legate al suo orientamento sessuale? Tutto questo richiede tempo», rincara Sylvie Charvin, responsabile della CGT (Confédération générale du travail) – Ofpra. La stessa cosa vale per i colloqui individuali: «non bisogna dimenticare che il richiedente asilo incontra qualcuno che non conosce e deve fornire ogni dettaglio sul suo percorso migratorio e spesso anche sui suoi traumi. Occorre poter verbalizzarlo, formularlo. Accorciare le scadenze necessarie, significa avere meno tempo per prepararsi, per istruire e per preparare i ricorsi», denuncia Lorraine Dubois. «Anche se ci sono state numerose assunzioni, ciò è frutto di enormi sacrifici. Fare meno di tre mesi, semplicemente non è fattibile con i mezzi attuali», aggiunge Sylvie Charvin

Andare «sempre più in fretta»

Una constatazione condivisa dai relatori della Corte nazionale del diritto d’asilo (CNDA). Sono loro che intervengono quando un richiedente asilo riceve una risposta negativa da parte dell’Ofpra. «si deve leggere il dossier, si devono fare le ricerche geopolitiche o giuridiche per alimentare i dibattiti in tribunale» spiega uno dei 220 funzionari e segretario generale del SIPCE (Sindacato Indipendente del Personale del Consiglio di Stato), Sébastien Brisard. Come per l’Ofpra, il Governo desidera ridurre a 15 giorni, il tempo (che era stato finora di un mese) accordato ai migranti per presentare i loro ricorsi.

«Ci sembra troppo limitato, vincolato. Il rischio è che il rifugiato non possa preparare adeguatamente la sua udienza e che non possa fornire la documentazione necessaria», continua Sébastien Brisard. Un’accelerazione dei termini dalle motivazioni poco chiare secondo lui: «ci troviamo di fronte alla volontà assoluta di andare sempre più in fretta. Lo scopo dichiarato, è per il bene del richiedente asilo, per dagli una risposta più rapida. Ma è anche per espellere più velocemente i respinti».

I relatori denunciano anche, dall’inizio del loro sciopero, il mancato sostegno psicologico. «C’è stato un indebolimento del sentimento di benessere nel luogo di lavoro. La giurisdizione non si è dotata delle risorse necessarie per accompagnare i funzionari che si trovano ad affrontare racconti di sofferenza dei richiedenti asilo».

Un disagio che potrebbe aggravarsi con il progetto legge, avverte Lorraine Dubois: «Oggi, e soprattutto domani, con questa legge, la pressione sui funzionari è importante. È un mestiere, certe volte, stressante, è necessaria una buona gestione al fine di evitare situazioni di esaurimento nervoso. Una riduzione delle scadenze comporta necessariamente un peggioramento delle condizioni di lavoro».

Mercoledì, funzionari e avvocati della CNDA inizieranno il loro ottavo giorno di sciopero. Un movimento peraltro rinnovabile dall’Ofpra, secondo i sindacati.