Afferma in sintesi la Corte d’appello di Bologna che in Gambia, nonostante il cambiamento di presidente, l’omosessualità è ancora reato punito peraltro con pene gravissime.
Il richiedente asilo che afferma di essere omosessuale (e che è ritenuto credibile) ha diritto pertanto allo status di rifugiato poiché “una pena detentiva che sanzioni taluni atti omosessuali e che effettivamente trovi applicazione nel paese di origine (…) deve essere considerata una sanzione sproporzionata o discriminatoria e costituisce pertanto un atto di persecuzione“.
– Scarica l’ordinanza
Corte di Appello di Bologna, sentenza del 22 Gennaio 2018