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Gambia – Protezione sussidiaria al richiedente: ancora nulla è stato fatto per le leggi che puniscono l’omosessualità

Tribunale di L'Aquila, ordinanza del 7 maggio 2018

Il Tribunale di L’Aquila riconosce la protezione sussidiaria ad un cittadino del Gambia omosessuale.

Nonostante il nuovo Presidente Adam Barrow abbia proferito parole rassicuranti in favore dei diritti dei gruppi LGBT: “L’omosessualità non è un problema in Gambia, ci sono altre altre priorità come quelle economiche e sociali” (sono queste le parole che Barrow ha pronunciato nel corso di un incontro con i delegati dell’Unione Europea che si è svolto il16 febbraio 2017 nella capitale Banjul), ancora nulla è stato fatto per le leggi che regolamentano l’omosessualità (“ogni rapporto carnale contro natura” è punibile con 14 anni di reclusione, mentre il reato di “omosessualità aggravata” prevede la pena dell’ergastolo).

Difatti il Tribunale Collegiale ha stabilito che:
Il ricorrente, contadino, poco scolarizzato, narra di essere fuggito per la sua omosessualità temendo per la sua vita giacche in Gambia, come noto, “ogni rapporto carnale contro natura” è punibile con 14 anni di reclusione, mentre il reato di “omosessualità aggravata” prevede la pena dell’ergastolo.

A tal proposito va citata la sentenza del 7.11.2013, in seno alla quale la Corte di Giustizia ha chiarito che “l’orientamento sessuale di una persona costituisce una caratteristica così fondamentale per la sua identità che essa non dovrebbe essere costretta a rinunciarvi”.
In proposito la Corte di Cassazione ha affermato infatti, che è irrilevante che tali fatti siano veri, o no, o che le accuse rivolte al richiedente siano realmente fondate, o no, dovendosi invece accertare se tali accuse fossero reali, cioè effettivamente rivolte all’interessato nel suo Paese.

Ne consegue che le circostanze evidenziate nel ricorso e nell’audizione possano giustificare la misura richiesta della protezione sussidiaria considerato che in Gambia l’omosessualità è punita severamente con la reclusione e dopo la legge voluta nel 2014 dal deposto dittatore Yammeh coloro che sono considerati omosessuali “recidivi” o sono malati di Aids rischiano l’ergastolo, ossia una pena degradante ai sensi dell’art. 14 lettera b)“.

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Tribunale di L’Aquila, ordinanza del 7 maggio 2018