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Hotspot e Centri di Permanenza per i Rimpatri – Violazioni dei diritti umani a Lampedusa e Potenza

Durante la conferenza stampa gli avvocati Gennaro Santoro, Giulia Crescini e Cristina Cecchini insieme a Patrizio Gonnella (presidente di CILD) e Fabrizio Coresi (IndieWatch) hanno illustrato un quadro dettagliato delle illegittimità riscontrate dalle associazioni nell’hotspot di Lampedusa contro cui gli avvocati di CILD e ASGI hanno presentato alcuni ricorsi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che ha ritenuto ammissibili le istanze e chiesto chiarimenti al Governo italiano.

A seguito della chiusura dell’hotspot di Lampedusa i migranti erano stati trasferiti in Centri di Permanenza per i Rimpatri (CPR) di Torino e Potenza.In quest’ultimo CPR sono avvenute ulteriori violazioni dei diritti di difesa.

Durante la permanenza nell’hotspot di Lampedusa era stato verificato che veniva materialmente reso impossibile presentare la richiesta di protezione internazionale. Una delle tante violazioni dei diritti avvenute in questa struttura che hanno portato gli avvocati di CILD e ASGI a presentare alcune istanze urgenti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, la quale, nel ritenere ammissibili i ricorsi ha posto alcune domande al Governo italiano in merito alle denunce presentate. Nei giorni scorsi due ricorsi ordinari sono stati presentati a cui ne seguiranno altri nei prossimi giorni.

A seguito della chiusura dell’hotspot i migranti sono stati trasferiti nei CPR con un decreto di respingimento differito. Una prassi illegittima, giustificata dai provvedimenti emessi dal Questore di Agrigento che li riteneva socialmente pericolosi sulla base della semplice provenienza dall’hotspot.

Mentre per i migranti trasferiti nel CPR di Torino questa accusa di pericolosità sociale è caduta e gli stessi hanno potuto lasciare il Centro, sorte opposta è capitata a coloro che erano stati portati nel CPR di Potenza dove si sono verificate ampie violazioni del diritti di difesa.

Alla Conferenza stampa è intervenuto Mauro Palma, il Garante nazionale delle persone private della libertà.

Quella di Lampedusa era e continua ad essere una struttura incongrua e inadeguata – ha spiegato Palma in conferenza stampa, ripreso da Redattore sociale –. L’hotspot dovrebbe essere un punto di semplice identificazione e smistamento. Mentre lì ho avuto modo di incontrare persone presenti da mesi, come nel caso del ragazzo che si è suicidato a gennaio ed era arrivato a ottobre”.

Il Garante ha ricordato che nei centri hotspot le persone dovrebbero restare al massimo 48 ore: “Parlo di limbo giuridico perché se rimangono lì più di 48 ore ci deve essere un’autorità giudiziaria confermi quella privazione della libertà”. A questo si aggiunge un’inadeguatezza strutturale: “In generale si tratta di una situazione scarsamente accettabile per 48 ore, quindi assolutamente inaccettabile se la situazione si prolunga. Non c’è una mensa, si mangia per terra o sui muretti”. Anche se la struttura verrà ristrutturata, come previsto, difficilmente secondo il Garante potrà raggiungere gli standard previsti. “Tra l’altro – ha ricordato Palma – il decreto Minniti del febbraio 2017 prevede che vengano istituiti Cpr nelle varie regioni, strutture più piccole che rispondono a una logica radicalmente diversa, ma di questa logica e di quel disegno aspetto di vedere ancora qualcosa. Finora non si è mosso niente”.

Nei giorni scorsi anche la Campagna LasciateciEntrare aveva diffuso un resoconto sulle condizioni che aveva riscontrato il 28 marzo 2018 l’Europarlamentare Eleonora Forenza al C.P.R. di Palazzo San Gervasio. Tutti i cittadini tunisini incontrati incontrati provenivano dall’hotspot di Lampedusa dove vi erano rimasti per una media di 66 giorni e dove, pur avendo richiesto asilo, hanno raccontato che la formalizzazione della richiesta è stata fatta solo una volta arrivati al Cpr.

– Leggi il dossier “Hotspot e Centri di Permanenza per i Rimpatri – Violazioni dei diritti umani e dei diritti di difesa dei migranti

Il video della conferenza stampa alla Camera dei Deputati

Rassegna stampa

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Nata dall'intenzione di condividere la normativa nascente in tema d’immigrazione da un gruppo di avvocati, giuristi e studiosi, l’ASGI ha, nel tempo, contribuito con suoi documenti all'elaborazione dei testi normativi statali e comunitari in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza, promuovendo nel dibattito politico-parlamentare e nell’operato dei pubblici poteri la tutela dei diritti nei confronti degli stranieri ( continua » )