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da Il Manifesto del 15 maggio 2006

Immigrati, una «nave fantasma» in mezzo all’Oceano

di Cinzia Gubbini

La terra promessa forse era il Brasile, Ma sono morti di fame e di sete tra atroci tormenti. Scoperto al largo delle isole Barbados, in pieno Oceano Atlantico, un vascello con undici corpi mummificati di uomini provenienti da Mali e Senegal. Era alla deriva da mesi. E all’appello mancano altre 26 persone

Quando il capitano di un peschereccio ha avvistato quella nave malridotta, al largo delle Barbados in pieno Oceano Atlantico, tutto poteva immaginare meno di trovarsi di fronte a uno spettacolo tanto raccapricciante: undici cadaveri quasi mummificati.
Si tratta di uomini africani, senegalesi e maliani, così dicono i loro passaporti. E a contare i documenti rimasti sulla nave mancano all’appello 26 persone.
La polizia delle Barbados sta cercando di ricostruire l’accaduto, spiegava ieri El Pais che dedicava un’intera pagina alla storia. Si stima che la barca fosse alla deriva da circa tre mesi. Sotto all’imbarcazione è stato scoperto un cavo tranciato di netto. Questo particolare fa supporre che il vascello fosse trainato da una nave più grande che ha deciso di liberarsi del carico «illegale» quando ha incrociato una delle tante navi militari incaricati di pattugliare il mare proprio per scoraggiare l’immigrazione clandestina.
Non è chiaro dove fossero diretti i migranti. In un primo momento la polizia ha pensato che fossero diretti alle Canarie, una delle «porte» verso l’Europa soprattutto da quando la Spagna si è dotata del sistema Sive, che assicura il controllo elettronico delle coste costringendo i migranti a viaggi molto più pericolosi. Tuttavia, un senegalese il cui numero telefonico è stato trovato sulla nave ha assicurato che le 37 persone erano in realtà dirette in Brasile.
Comunque sia, di certo hanno fatto scalo in una delle isole di Capoverde dove probabilmente hanno contattato la «nave madre» che poi ha deciso di abbandonarli in mezzo al mare. Capoverde, infatti, da qualche anno è diventato un punto di snodo nei viaggi della speranza. Spiega Manuel Monteiro, uno dei deputati capoverdiani eletto dai suoi concittadini che abitano in Europa: «Esiste nel nostro paese una rete criminale composta da persone che vengono perlopiù dal Senegal ma anche da altre nazioni africane e che hanno avviato un traffico di esseri umani.
E’ un problema a cui le autorità stanno cercando di porre rimedio, con il supporto dell’Unione europea e in particolare della Spagna».
I cadaveri ritrovati sulla nave abbandonata in mezzo all’oceano erano arrivati a uno stadio chimico detto «saponificazione»: il corpo perde completamente i liquidi, la pelle sparisce e il grasso si mischia con i vestiti. Cosicché, quando i cadaveri sono stati scoperti, questa «mistura» ricopriva i corpi.
«Hanno sofferto tantissimo prima di morire», ha detto a El Pais il medico Carmelo Duarte, direttore del Servizio d’Urgenza delle Canarie, spiegando che dopo il terzo giorno a corto di liquidi appaiono i primi sintomi della disidratazione: calo dei battiti cardiaci, nausea, crampi.
Tra l’altro a bordo sono state trovate, oltre a del pane ormai ammuffito, delle scatolette di sardine. Cibo salato che potrebbe aver peggiorato la situazione. Secondo il medico, gli uomini potrebbero aver impiegato dai sette ai dieci giorni per morire.