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In Europa oltre i nuovi muri – Profughi tra memorie ed impegno

Partita la Carovana in Croazia, Serbia e Bosnia Erzegovina

È partita da Monfalcone (Gorizia) la quinta edizione della Carovana “In Europa oltre i nuovi muri”, organizzata da Tenda per la Pace e i Diritti.
Un viaggio a tappe che percorrerà le strade di Croazia, Serbia e Bosnia Erzegovina, toccando le città di Zagabria, Belgrado, Bratunac, Tuzla, Sarajevo e Mostar.
Siamo in ventotto, provenienti dalla provincia di Gorizia, altre zone del Friuli Venezia Giulia, ma anche Roma, Pisa, Bologna e Bergamo.
In ogni tappa incontreremo persone e associazioni attive sul tema dei Profughi: tra Memoria e Impegno.
Perché da queste terre, a causa delle guerre che hanno portato alla dissoluzione dell’ex Jugoslavia, sono stati forzati ad andarsene più di due milioni e mezzo di persone, tra rifugiati e sfollati interni.
Il più imponente esodo verificatosi in Europa dopo la seconda guerra mondiale.

Ancora oggi, da quel momento, ci sono persone che vivono in campi profughi, soprattutto in Serbia.
Ma questi stessi paesi sono oggi attraversati anche da profughi colpiti da altre guerre, in maggioranza provenienti da Afghanistan, Pakistan, Somalia e Iraq. Sono le persone che percorrono la cosiddetta Rotta Balcanica (Grecia – Macedonia – Serbia – Croazia – Slovenia – Italia), mai abbandonata, ma che in questi ultimi anni viene sempre di più utilizzata. Infatti da quando la Corte europea ha sentenziato che la Grecia non fornisce le protezioni necessarie, l’Ungheria, divenuto il primo paese di ingresso in Unione Europea, ha serrato le sue frontiere in collaborazione con Frontex.

Un viaggio quindi tra Memoria, attraverso l’incontro con chi dallo scoppio della guerra in ex Jugoslavia, si è impegnato per la ricostruzione sociale e il rispetto dei diritti fondamentali, senza divisioni “etniche” nella testa e nelle azioni e Impegno con quanti oggi in questi paesi si occupano di diritto d’asilo e tutela dei migranti.

La Carovana di quest’anno è inserita nel progetto di cooperazione Form@InNova finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, con a capofila la Provincia di Gorizia, a sostegno della Cooperativa Insieme di Bratunac (Bosnia Erzegovina) che è nata proprio per sostenere il rientro dei profughi in una delle zone più martoriate dalla guerra, Srebrenica.

Molti progetti sono stati attivati in quella zona con questo scopo, ma la maggior parte mirava a ricostruire le case e dare forme di sostegno economico. Le case però rimanevano vuote, molti aderivano ai progetti e poi cercavano di vendere le case per farsi un po’ di denaro. “Si costruivano solo dei tetti, ma era come se quelle case non avessero le fondamenta” racconta sempre Rada Zarkovic fondatrice della cooperativa Insieme. La zona era diventata invivibile, il tessuto sociale era frantumato, non solo gli edifici.
La cooperativa ha messo le fondamenta per poter decidere di tornare e soprattutto rimanere: ha creato lavoro. Attraverso la coltivazione delle piante di lamponi, alle quali poi si sono aggiunti altri piccoli frutti rossi, è ricominciato il dialogo tra vicini di casa e ed è stata data, alle oltre 500 famiglie che vi lavorano, anche la possibilità di guardare al futuro.

Negli incontri di preparazione al viaggio abbiamo ragionato su come proprio l’esperienza dell’arrivo in Italia dei profughi delle guerre degli anni ’90 abbia inciso, sotto diverse forme, nell’assetto legislativo, ma anche nella percezione sociale dell’immigrazione.

Fino all’11 agosto, data del nostro rientro, seguite su Melting Pot il diario della Carovana.