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Italia: bambini bloccati in inadeguati centri di accoglienza

Human Rights Watch, 23 giugno 2016

Milano – Secondo quanto riferito da Human Rights Watch, bambini dell’età di 12 anni in viaggio senza familiari vengono trattenuti per settimane in condizioni di sovraffollamento e insicurezza nel centro di registrazione per migranti di Pozzallo, in Sicilia. Alcuni richiedenti asilo e altri ragazzini immigrati rimangono per oltre un mese con adulti estranei in un centro destinato a brevi permanenze a causa della mancanza di spazio nei centri di accoglienza per minori, rimanendo così a rischio di abusi sessuali e violenza da parte degli adulti.

I membri di una Commissione d’inchiesta parlamentare sulle strutture di accoglienza e detenzione hanno condotto una visita da tempo pianificata al centro di Pozzallo il 23 giugno 2016. A partire dal 21 giugno, tutti, eccetto una sessantina di persone, sono stati trasferiti fuori dal centro.

Pozzallo non è un posto sicuro per un bambino, figuriamoci per un lungo periodo” ha detto Judith Sunderland, il direttore associato per Europa e Asia centrale presso la Human Rights Watch. “É inaccettabile che ragazzini giovani e vulnerabili senza familiari rimangano là per settimane, mentre gli adulti sono trasferiti come da norma dopo soli tre giorni.

Il 9 Giugno, il giorno della visita di Human Rights Watch, secondo quanto riferito dalla polizia, il centro di Pozzallo ospitava 365 persone, oltre il doppio della sua capienza, dei quali 185 erano minori non accompagnati. Un numero significativo di minori non accompagnati è rimasto al centro per due settimane. A partire dal 17 Giugno, circa 100 minori si trovavano al centro, inclusi alcuni che vi erano arrivati il 28 Maggio.
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Il centro, un punto di accesso designato dall’Unione Europea per l’identificazione dei richiedenti asilo in arrivo in Italia via mare, si compone di una grande camerata e di una stanza più piccola sul retro, a disposizione di famiglie e minori non accompagnati. Tuttavia, a causa del costante sovraffollamento, i minori sono costretti a dormire in letti a castello o su materassi sul pavimento in entrambe le stanze, vicino a dei completi estranei. Ci sono servizi igienici separati per donne e uomini, ma non per bambini. Le toilette sono separate l’una dall’altra con di tende da doccia e non da porte munite di chiusura.

Gli adulti e i maggiori di 15 anni possono lasciare il centro tra le otto di mattina e le otto di sera, ma i ragazzini più piccoli non accompagnati devono rimanere all’interno delle strutture o nel cortile adiacente.

Quattro ragazze eritree tra i 16 e i 17 anni hanno detto di essere state continuamente molestate da alcuni uomini. Bilen, 17 anni, racconta che “gli uomini vengono da noi quando dormiamo, dicendo che hanno bisogno di fare sesso. Ci seguono quando andiamo a fare la doccia. Tutta la notte ci aspettano… Loro [il personale di sicurezza] sa di tutto questo, tutti sono al corrente del problema, ma nessuno fa niente”. Sesuna, 16 anni, ha detto di essersi accasciata sulla sua brandina non appena arrivata, il 28 maggio, perché esausta. “Un uomo si è avvicinato al mio letto, ma alcuni miei connazionali (eritrei) lo hanno fermato”, ha riferito.

Il centro di Pozzallo non è adeguatamente attrezzato per gestire bambini con traumi. Secondo Human Rights Watch, i minori in questo e in altri centri di accoglienza per richiedenti asilo in Italia hanno subìto o assistito a episodi di violenza e abusi sessuali durante il viaggio via terra attraverso l’Africa, e vissuto l’esperienza del naufragio via mare. Mehret, una ragazza di 16 anni eritrea, ha spiegato con voce flebile e tremante di essere stata violentata vicino al campo profughi di Shagarab, in Sudan. È rimasta nel centro di Pozzallo per due settimane, ma non ha avuto modo di parlare con un dottore o con qualcuno del trauma subito, né le è stato chiesto se abbia vissuto esperienze di violenza o abusi durante il viaggio. “Se non me lo chiedono, perché devo raccontarlo?” chiede.

Un dottore del campo ha riferito a Human Rights Watch che testimonianze di violenze sessuali da parte di ragazze e richiedenti asilo sono comuni, e che donne o ragazze che hanno chiesto aiuto sono state mandate fuori dal centro per ricevere cure mediche.
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Due di quelle intervistate presso il centro di Pozzallo hanno raccontato di aver assistito a un naufragio, verso fine maggio. Robel, un dodicenne eritreo che viaggiava di solo, ha detto di essersi trovato sul ponte di una barca di legno di pescatori che stava trainando un altro barcone nel tentativo di raggiungere l’Italia dalla Libia. “Il nostro viaggio è andato bene ma abbiamo visto le altre persone morire” ha raccontato. “L’altra barca che stavamo trainando è affondata e abbiamo dovuto tagliare la corda.”

Human Rights Watch ha intervistato altri due testimoni di questa tragedia. “Non ne ho parlato con nessuno” ammette Robel. Prima della nostra intervista, afferma che nessuno gli ha chiesto nulla sulla sua esperienza.

Terre des Hommes, un’organizzazione non governativa ha creato un progetto di salute mentale per bambini e donne in stato di gravidanza presso il centro di Pozzallo, nel giugno 2015. La psicologa ha detto che lavora lì tre giorni a settimana, ma l’organizzazione non ha a disposizione spazi privati per i colloqui. Le conversazioni a tu per tu con la psicologa avvengono spesso nel corridoio o in cortile.

La psicologa ha affermato che molte donne e ragazze hanno subìto abusi sessuali durante il viaggio, e ha descritto una grande varietà di disturbi mentali presenti tra i bambini, inclusi depressione, sintomi psicosomatici, incubi, e paranoia.

Human Rights Watch ha riferito che una dozzina di bambini arrivati alla fine di maggio 2016 non sono riusciti a contattare la propria famiglia o i parenti per dire loro che erano sopravvissuti al viaggio. Il centro consegna ai nuovi arrivati una carta telefonica con 5 euro di traffico, ma in data 9 giugno, l’unico telefono disponibile del centro era rotto. È rimasto rotto per almeno due settimane, ha detto un operatore del centro. È stato aggiustato il 22 Giugno, il giorno prima della visita della Commissione parlamentare.

Il Piano d’Azione dell’UE del 2010 sui minori non accompagnati afferma che è di “primaria importanza separare i minori dagli adulti al fine di prevenire ulteriori vittimizzazioni”, aggiungendo che i minori dovrebbero essere provvisti di un alloggio adeguato; la detenzione dovrebbe essere usata solo in casi eccezionali.
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Ritardi nel trasferimento dei minori sembrano essere dovuti principalmente alla ridotta capienza delle strutture di accoglienza per minori non accompagnati. In Sicilia sono attivi quattro centri di prima accoglienza per minori, ma nessuno vicino a Pozzallo, uno tra i primi punti di attracco delle navi di salvataggio. Il numero dei posti liberi per i minori non accompagnati nei centri di accoglienza a lunga permanenza in Italia è sconosciuto poiché non esiste un database nazionale. Save the Children e altre organizzazioni umanitarie hanno a lungo chiesto al governo italiano di creare una banca dati di questo tipo per facilitare i trasferimenti. Mario Morcone, direttore del dipartimento immigrazione del Ministero degli Interni, ha di recente proposto una più equa e efficiente distribuzione delle responsabilità sul territorio nazionale per i minori non accompagnati.

Secondo l’UNICEF, su approssimativamente 55 mila persone che hanno raggiunto l’Italia via mare quest’anno, più di 7 mila sono bambini non accompagnati. Nel 2015, poco meno di 12 mila minori sono stati registrati in Italia. Il numero dei bambini soli richiedenti asilo politico in Italia è costantemente aumentato negli ultimi anni. Nel 2013, le richieste di asilo da parte di minori non accompagnati sono state 805, mentre nel 2015 il numero é salito a 3.800 richieste.

Il centro di Pozzallo è stato l’unico centro di prima accoglienza per anni, ma ora costituisce uno dei quattro punti di accesso pienamente in funzione istituiti su richiesta dell’Unione Europea. Ufficiali di Frontex, l’agenzia dell’Unione Europea per le frontiere esterne, lavora nei centri assistendo la polizia italiana nella registrazione iniziale, nelle interviste di accertamento della nazionalità e nella presa delle impronte. I membri dell’Ufficio Europeo di Supporto per l’Asilo sono anch’essi presenti per identificare individui adatti ad essere inseriti nel programma di trasferimento dei richiedenti asilo dall’Italia a altri Stati Membri. Alcune organizzazioni non governative italiane hanno espresso la loro preoccupazione riguardo l’accesso alle informazioni sui diritti e le procedure dei richiedenti asilo ne centri di accoglienza italiani, incluso quello di Pozzallo.
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Medici Senza Frontiere ha terminato il suo progetto presso il centro di Pozzallo nel dicembre 2015, come atto di protesta contro il fallimento delle autorità nel gestire il sovraffollamento e la mancanza di protezione per i soggetti vulnerabili, inclusi i minori non accompagnati.

Human Rights Watch dichiara che le autorità locali e nazionali dovrebbero prendere misure immediate per assicurare ai minori non accompagnati un posto in strutture dove possano avere accesso alle cure e al supporto di cui hanno bisogno e di cui hanno diritto secondo la legge locale e internazionale nel minor tempo possibile.

L’Italia dovrebbe istituire un centro di prima accoglienza appositamente per i minori non accompagnati vicino a tutti i porti in cui si verificano arrivi massicci, incluso Pozzallo, e assicurare un sufficiente numero di posti nei centri di accoglienza di lunga durata. La creazione di un database nazionale e di un chiaro sistema di distribuzione dei minori in stato di bisogno potrebbe facilitare dei trasferimenti più rapidi.

La Commissione Europea dovrebbe accertarsi che i minori non accompagnati non siano trattenuti in punto di accesso stabiliti dall’Unione Europea per più di quanto strettamente necessario, e che l’operazione di questi centri sia in accordo con il Piano di Azione europeo e con la legislazione internazionale sui diritti umani. Il personale e le autorità a Pozzallo dovrebbero immediatamente assicurarsi che i minori non accompagnati abbiano la possibilità di chiamare le famiglie al loro arrivo e che abbiano a disposizione supporto psicologico tempestivo.

L’Italia sta salvando migliaia di vite nel Mediterraneo; adesso è necessario che assicuri sicurezza ai migranti e ai richiedenti asilo sulla terraferma,” ha affermato Sunderland. “I minori che sono sopravvissuti a questi viaggi strazianti completamente da soli hanno necessità particolari e non dovrebbero essere mai lasciati a marcire in luoghi sovraffollati e poco sicuri.