Progetto Melting Pot Europa
Per la promozione dei diritti di cittadinanza

redazione@meltingpot.org

Iscriviti alla newsletter
English | Français | Español

Formazione

Scopri i percorsi formativi a cura del Progetto Melting Pot Europa

SANS-PAPIERS

Home sans-papiers

Normativa

Archivio e guida legislativa
Guida legislativa
Testo Unico Immigrazione
Regolamento di attuazione
Normativa italiana
Normativa europea
Giurisprudenza italiana
Giurisprudenza europea
Accordi e trattati internazionali

Schede pratiche

Consulta le schede

DIRITTI DI CITTADINANZA

Home cittadinanza
Notizie, approfondimenti, interviste e appelli
Campagna #overthefortress
Around Europe
Questione asilo
Agenda
Rassegna stampa

Rubriche

Speciale Asilo
Speciale CIE - CPR
Campagna #overthefortress
A proposito di Accoglienza
Confini e barriere
Frontiere del controllo
Il punto di vista dell’operatore
Osservatorio Commissioni Territoriali
Papers
Speciale Hotspot
SPRAR
Voci dal Sud
Migrarte
Archivio delle Rubriche

Ricerca

Argomenti sans-papiers
Argomenti cittadinanze
Tag geografiche

Multimedia

Video
Immagini
Audio

Chi siamo

Il progetto
Sostienici
Assegnaci il tuo 5‰
Iscriviti alla newsletter
Servizi
Formazione Melting Pot
Aiutaci a tradurre
Autori e traduttori
Avvocati
Collabora
Seguici
Contatti

Per l'assistenza gratuita nella compilazione delle tue pratiche rivolgiti a:

Tweet di @MeltingPotEU
Home » Cittadinanze » Notizie, approfondimenti, interviste e appelli
Versione per la stampa

L’ombra della Siria

Conor Kennyd dal campo di Idomeni, Blog MSF - 6 maggio 2016

La traduzione dell’articolo (link originale) del Dott. Conor Kenny che opera con Medici senza Frontiere nel campo di Idomeni al confine greco-macedone.

Traduzione a cura di: Stefania Marinoni

Prima ancora di vederlo, potevo sentire le sue grida penetrare attraverso il tessuto del tendone adibito a ospedale da campo. Trasportato nella classica coperta termica scura da quattro giovani, piangeva e urlava, contorcendosi dal dolore. L’abbiamo subito sistemato sul tavolo dell’ambulatorio. Era chiaro che si trattava di un’emergenza.
All’inizio ho pensato che fosse un problema chirurgico, come un calcolo o una perforazione dell’intestino dovuta alla situazione di angoscia estrema. Ma durante il controllo delle vie respiratorie è stato subito chiaro che stava cercando di inghiottire la lingua e allo stesso tempo di trattenere il respiro. Il livello di ossigeno ha iniziato a calare.

I suoi amici cercavano di tenergli fermi gli arti per evitare che scalciasse e si dimenasse, rischiando di colpire gli oggetti intorno e di ferirsi gravemente. Era impossibile calmarlo.
Al contrario, si agitava sempre più e gridava frasi confuse. I suoi amici hanno spiegato al nostro mediatore culturale che lui, Hamza, di 22 anni*, aveva appena saputo che la sorella era stata uccisa durante un attacco aereo in Siria. Qui a Idomeni soffriva moltissimo e ora stava cercando di farsi seriamente del male.

© Guillaume Binet

Appena arrivato, questo episodio mi avrebbe scioccato, o almeno sorpreso moltissimo. Ma ora non più.
Non è la prima volta, qui a Idomeni, che MSF assiste un paziente con una forte reazione psicologica a causa di un bombardamento in Siria. Per esempio c’è una signora di 68 anni di Aleppo che è stata portata spesso in ambulatorio priva di sensi dopo aver saputo della morte di un famigliare durante i bombardamenti di Aleppo a fine aprile. Dai nostri esami, risulta che questi episodi non hanno un’origine clinica.
Allo stesso modo, un bambino di sette anni ha sofferto di incontinenza per quattro mesi dopo aver visto suo padre colpito da un cecchino, ma è “clinicamente sano”. Abbiamo fissato un appuntamento con il nostro gruppo di psicologi e cercato di procurargli vestiti e pannolini. È chiaro che alla base c’è una questione importante. Lavorando come medici nell’ospedale da campo di Idomeni, io e i miei colleghi ci troviamo a dover far sempre più fronte all’impatto psicologico dei bombardamenti in Siria. Chi scappa non può lasciarsi alle spalle queste esperienze, è impossibile sottrarsi: li seguono come ombre.
I nostri pazienti sono scappati da una zona di guerra dove i bombardamenti su civili e ospedali sono diventati la norma. Come tristemente dimostrato ad Aleppo la scorsa settimana.

© Guillaume Binet

Una volta scappati, si trovano davanti a un nuovo ostacolo, qui a Idomeni. Il campo nel nord della Grecia al confine con la Macedonia si è formato intorno a una stazione ferroviaria di scambio merci e a un macello. Ospita più di 10.000 migranti e rifugiati, che vivono in un costante clima di paura. Paura dell’ignoto. Paura di ricevere terribili notizie da casa: la prossima bomba sulla Siria ucciderà qualche loro caro? Ma la vera paura è quella di essere rimandati indietro. 
L’angoscia e la frustrazione sono palpabili. A Hamza abbiamo prescritto dei tranquillanti. Una misura estrema, che usiamo solo come ultima risorsa. Ma in questo caso si stava causando un grave danno fisico e con tutte quelle donne e bambini lì intorno non avevamo scelta. L’abbiamo tenuto nell’ambulatorio sotto osservazione e abbiamo ascoltato la sua storia prima di affidarlo a uno dei nostri psicologi.
Spero che migliori. Ma a essere sincero, non so come finirà. Nessuno sa che ne sarà di lui, o di tutte le altre persone bloccate a Idomeni. Sembrano intrappolati in una terra di nessuno. Come mi ha detto un paziente: “Stiamo morendo qui, proprio come succedeva in Siria, solo più lentamente”.
*Nome ed età fittizi.

Vedi anche

  • Over the fortress a Idomeni. Ritorno incerto
  • Over the fortress, Idomeni nuova linfa vitale
  • Impressioni di ritorno a Idomeni
  • Gli sviluppi di Over the fortress a Idomeni: wifi, area donne, Info tent e spazi di socialità
  • Impressioni di ritorno a Idomeni / Report #2
  • Mediterraneo: "Siamo un’altra volta qui, a denunciare le conseguenze della mancanza di vie sicure per arrivare in Europa"
  • Fuggiti dalla guerra, ostaggi in Europa
  • ‪‎Over the fortress‬ in diretta dal campo di Idomeni
[ 7 maggio 2016 ]
Sostieni il Progetto Melting Pot Europa!
Dona almeno 1€ - Inserisci l'importo:
Foto: Angelo Aprile, campo di Idomeni, 28 aprile 2016

TAG

ARGOMENTI:
Diritto di asilo, Est Europa, Europa, Grecia e immigrazione
GEOTAG:
Grecia, Idomeni

Chi siamo

  • Il progetto
  • Sostienici
  • Assegnaci il tuo 5‰
  • Iscriviti alla newsletter
  • Servizi
  • Formazione Melting Pot
  • Aiutaci a tradurre
  • Autori e traduttori
  • Avvocati
  • Collabora
  • Seguici
  • Contatti

Cittadinanze

  • Notizie, approfondimenti, interviste e appelli
  • Around Europe
  • Questione asilo
  • Agenda
  • Rassegna stampa

Sans papier

Normativa

  • Archivio e guida legislativa
  • Guida legislativa
  • Testo Unico Immigrazione
  • Normativa italiana
  • Normativa europea
  • Giurisprudenza italiana
  • Giurisprudenza europea
  • Accordi e trattati internazionali

Schede pratiche

Rubriche

  • Speciale CIE
  • Campagna #overthefortress
  • A proposito di Accoglienza
  • Confini e barriere
  • Frontiere del controllo
  • Il punto di vista dell’operatore
  • Osservatorio Commissioni Territoriali
  • Papers
  • Speciale Hotspot
  • SPRAR
  • Voci dal Sud

Ricerca

  • Argomenti sans papiers
  • Argomenti cittadinanza
  • Tag geografiche

Multimedia

  • Video
  • Immagini
  • Audio

Social

facebook

twitter

youtube

rss

TELE RADIO CITY s.c.s.

Onlus
P.I. 00994500288
Iscr. Albo Soc. Coop.
n. A121522

CREDITS

web design HCE s.r.l.

2003-2018
creative commons

Cookies