Da molto tempo ormai la rete di associazioni veneziane tuttiidirittiumanipertutti denuncia le quotidiane violazioni dei diritti dei migranti e dei potenziali richiedenti asilo politico che arrivano alle frontiere dell’Adriatico in fuga dalla Grecia, paese rispetto al quale l’Acnur e Amnesty International hanno chiesto di sospendere i respingimenti perché la Repubblica ellenica non garantisce in alcun modo il diritto d’asilo.
Le persone che raggiungono il porto di Venezia e gli altri porti dell’Adriatico, quando intercettate dalla polizia di frontiera, vengono il più delle volte respinte senza formalità, non ricevono un provvedimento argomentato, scritto e tradotto, non incontrano un avvocato né personale civile, vengono chiusi in una cabina sprovvista di bagno a bordo della stessa nave sulla quale si erano nascosti per cercare di raggiungere l’Italia e fare richiesta di asilo, diritto fondamentale che viene in tal modo negato in dispregio della normativa nazionale, internazionale e comunitaria.
Queste persone, come dimostrano le cifre ufficiali dei respingimenti fornite dalla stessa autorità portuale, vengono così rimandate in Grecia per essere soggette ad altre arbitrarie detenzioni e trattamenti inumani e degradanti. Di loro non resta traccia scritta e documentata. La maggior parte di questi migranti proviene dall’Afghanistan ed è in fuga dalla guerra e dalle persecuzioni talebane. Moltissimi di loro sono minorenni, come lo era Zaher, il ragazzino morto a Mestre nel dicembre dell’anno scorso cercando proprio di eludere quei controlli di frontiera che avrebbero potuto rispedirlo indietro violando i suoi diritti fondamentali.
Per permettere a queste persone di uscire
dall’invisibilità e poter denunciare quanto avviene loro, una delegazione della rete si è recata a Patrasso nel febbraio del 2009. Lì abbiamo trovato una situazione disperata, ampiamente documentata dalle immagini che abbiamo proiettato nell’assemblea cittadina “Fronte del Porto” tenutasi a Mestre, alla presenza del sindaco Cacciari, lo scorso 31 Marzo.
A Patrasso, abbiamo raccolto le storie di tante persone respinte da Venezia e dagli altri porti italiani, le abbiamo informate dei loro diritti e degli strumenti giuridici a loro disposizione. Il risultato di questo lavoro è stato il fatto che la Corte europea dei diritti umani con sede a Strasburgo ha ritenuto ammissibili i ricorsi individuali dei 35 migranti che li hanno presentati, moltissimi di loro minorenni, ed è quindi adesso pendente un procedimento che vede come controparti il governo italiano e il governo greco rispetto alle violazioni dei diritti fondamentali denunciate da questi migranti.
Questo è un passo importantissimo verso la possibilità reale che si ripristini la legalità e il rispetto dei diritti alla frontiera del porto di Venezia, dove vige una situazione che lo stesso sindaco Cacciari, sostenendo le denunce della nostra rete, ha definito fuori controllo e lesiva dei diritti umani fondamentali delle persone.