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La Grecia è una prigione a cielo aperto

Intervista a Hibai Arbide Aza corrispondente di TeleSur dalla Grecia

Hibai Arbide Aza, avvocato e corrispondente di TeleSur Venezuela da Atene, che ha seguito passo dopo passo l’evolversi della situazione dei migranti nell’area balcanica e nel paese ellenico, spiega che in Grecia sono attualmente presenti 51.000 rifugiati, bloccati a seguito della chiusura della frontiera macedone e dell’attuazione degli accordi tra l’Unione europea e Turchia. Lunedì sono iniziati i primi rimpatri coatti di decine di persone, che tentavano di raggiungere l’Europa, dall’isole di Lesbo e Chios verso la costa turca.

51.000 persone sono sempre in attesa dell’apertura dei confini e si trovano in 35 diversi campi profughi nel paese, da Atene a Idomeni, sul confine greco-macedone, dove oltre 10.000 rifugiati, di cui 4.000 bambini, vivono in condizioni disumane dopo essere fuggiti da guerra e miseria. Altri 3.000 rifugiati si trovano invece in hotspot chiusi e detentivi in attesa di essere espulsi dal paese e deportati nella loro terra d’origine. Arbide continua l’intervista specificando il ruolo della Grecia nell’attuazione degli accordi con la Turchia sui rifugiati ed il futuro del paese anche rispetto alle decisioni del resto dell’Europa e conclude raccontando come la solidarietà dal basso dei greci è molto presente nonostante il contesto di crisi economica, austerità e instabilità politica del paese.

L’intervista è stata realizzata da Francesca Stanca.