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La fame degli assediati vista attraverso gli occhi degli artisti siriani

The Syria Campaign, 2 febbraio 2016

Logo: Systematic Starvation (“Morte di fame sistematica”) di Anis Mansour

Nelle zone sotto assedio della Siria, vive un milione di civili senza accesso a cibo o medicine. Spesso, per non morire di fame, sono costretti a mangiare foglie, insetti e gatti. In centinaia sono morti di fame. Nel frattempo, tonnellate di aiuti umanitari non vengono mai consegnati. Queste persone stanno morendo inutilmente perché ai camion e agli aerei con gli aiuti dell’ONU è vietato entrare nelle aree messe sotto assedio dal regime di Assad. Diritto d’accesso che è stato più volte ribadito dal Consiglio di Sicurezza ONU.

Nonostante l’inerzia della comunità internazionale, i coraggiosi siriani stringono legami sociali con i loro vicini per sopravvivere come comunità unità. La gente trova modi nuovi di coltivare, produrre energia elettrica e sopravvivere in condizioni disperate. Quando una famiglia è difficoltà, i vicini si radunano per cercare aiuto. Una madre alla ricerca di latte per il suo bambino malnutrito sa di poter bussare alle porte dei vicini in piena notte, con la certezza che un vicino gentile le darà una mano.
La fame non ha smorzato neanche lo spirito di resistenza siriano. Gli attivisti continuano a documentare i bombardamenti quotidiani e le violazioni dei diritti umani. Siriani rifiutano di piegarsi perché non hanno dimenticato il loro grido di libertà.

“L’ONU è contenta di Bashar Al-Assad, in un modo o nell’altro. Da civile sul campo non ho mai visto nulla da parte loro. Hanno prolungato il conflitto, dando ad Assad tutto il tempo di cui aveva bisogno per distruggere il paese, e ora il paese è distrutto.”

– Yousef, di Douma
UN (“ONU”) di Anwar Al Eissa

Il regime ha minacciato la città di Moadamiyeh, dicendoci di piegarci oppure morire di fame e distruzione. È questa la soluzione politica che vogliono? Ci vogliono schiavi dei loro desideri? Ci siamo rifiutati e siamo rimasti intrappolati.”
– Dani, di Moadamiyeh
Starvation is the weapon of cowards  (“La morte per fame è l'arma dei codardi”), di Anis Mansour
Se l’ONU ha il mondo intero e non riesce a portare un pezzo di pane ai bambini, che cos’è l’ONU? Volete dirmi che non vengono perché il regime gli ha detto di no?”

Un abitante di Ghouta.
Senza titolo, di Hussam Alsaadi

Quando una comunità è sotto assedio, la loro intera ragione d’essere passa dalla lotta per i propri diritti, a una lotta per la sopravvivenza quotidiana. È questo lo scopo dell’assedio: neutralizzare il potere delle persone.

– Khaled, di Douma
Systematic Starvation (“Morte di fame sistematica”), di Anis Mansour
Non ce la facciamo più. Perché nessuno ci aiuta? Abbiamo madri, sorelle, fratelli. Siamo esseri umani porprio come voi.”

– Khaled, di Madaya
Hunger is not a game (“La fame non è un gioco”), di Daali
La Siria è un membro permanente dell’ONU. Per loro, siamo una carta da giocare per i loro scopi, ma se avessero voluto interrompere l’assedio avrebbero potuto farlo. Ma secondo i loro piani non è ancora giunto il momento.

– Elias, di Douma
Bla Bla Nations (“Nazioni bla bla”), di Daali
Sotto assedio è più importante pensare ai bambini. Perché tutti gli adulti sono in parte responsabili dello stato in cui siamo, ma i bambini non hanno scelto né questo, né la rivoluzione. Sono quelli che perdono di più in tutte queste battaglie. Ci sono bambini soldato, moltissimo lavoro minorile, e famiglie che danno in sposa le loro bambine troppo giovani. Tutto questo a causa dell’assedio. Dato che non c’è cibo né salari fissi, i bambini devono lavorare, e le persone ne approfittano.

– Osama, di Douma
Save the Children of Ghouta (“Salvate i bambini di Ghouta”), di Moustafa Jacoub

Ho visto un uomo adulto piangere come un bambino perché non poteva sfamare i propri figli. Mi ha spezzato il cuore. Un’infermiera stava dicendo a una donna anziana di stare tranquilla, che a Dio piacendo gli aiuti sarebbero arrivati, e lei le ha preso la mano, l’ha baciata, e le ha chiesto degli avanzi di cibo.

– Amjad Al Maleh, di Madaya
I Am Hungry (“Ho fame”), di Fadi Zyada
Un giorno, un tipo che conosco ha dato ai figli carne di gatto da manigare, senza dire niente alla moglie, perché lei si sarebbe opposta. Hanno tutti preso un’intossicazione alimentare. Quando i suoi figli si sono intossicati, mi ha preso da parte e ha ammesso di avergli dato carne di gatto. Gli abbiamo dovuto fare una lavanda gastrica.”

– Un dottore di Madaya
Senza titolo, di Moustafa Jacoub
L’altro ieri un uomo di nome Sleiman Fares è impazzito, reso isterico dalla fame, ed è morto. Noi laviamo i morti prima di seppellirli. Ho lavato il suo corpo emaciato e l’ho seppellito io stesso. Immaginatevi uno scheletro coperto solo dalla pelle. Neanche un filo di grasso. Era morto di fame.”

– Amjad Al Maleh, di Madaya
Stop Starvation in Syria (“Fermate la fame in Siria”), di Alaa Hamameh

Gli artisti:
Anwar Al Eissa
Anis Mansour
Hussam Alsaadi
Daali
Moustafa Jacoub
Fadi Zyada
Alaa Hamameh