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La pratica delle torture nei campi di detenzione libica è ampiamente documentata e veritiera

Tribunale di Roma, ordinanza del 12 giugno 2018

Alla luce di questa sentenza, delle motivazioni contenute e della documentazione allegata suonano ancor più ridicole le parole di Salvini pronunciate durante la sua ultima visita in Libia “Ho chiesto di visitare un centro di accoglienza per migranti in costruzione, un centro all’avanguardia che potrà ospitare mille persone. Questo per smontare la retorica in base alla quale in Libia si tortura e non si rispettano i diritti umani” (ndr).

Il Tribunale Civile di Roma riconosce il diritto ad un permesso di soggiorno per motivi umanitari, ad un cittadino della Guinea Bissau per le torture e le violenze subite in Libia in un centro di detenzione – tra cui la falaka – come documentate dalla relazione del medico legale. In particolare tale pronuncia ha il pregio di dare rilevanza ai traumi subiti dal richiedente asilo non solo nel Paese di origine, ma anche nei Paesi di transito, sulla scorta di quanto documentato dagli osservatori dei diritti umani in merito alle condizioni in cui versano i migranti in Libia.

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Tribunale di Roma, ordinanza del 12 giugno 2018