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La situazione a Dimitrovgrad al confine tra Serbia e Bulgaria

di Jacob (volontario indipendente), Balkanroute- Border monitoring

La situazione generale

Dimitrovgrad è una piccola cittadina serba di 12.000 abitanti, situata vicino al confine bulgaro. Dall’inizio dell’estate scorsa, ogni giorno arrivano a Dimitrovgrad dai 100 ai 200 profughi provenienti dalla Bulgaria. Data la sua vicinanza a Sofia (capitale della Bulgaria), Dimitrovgrad è attualmente il principale punto di passaggio per i migranti che attraversano il confine serbo-bulgaro. I profughi che attraversano la Bulgaria vi entrano generalmente passando vicino alla cittadina turca di Edirne. Dopo la Bulgaria, attraversano Serbia, Croazia, Slovenia, Austria, per poi fermarsi in Germania, o proseguire verso Belgio, Olanda, Regno Unito o i paesi scandinavi. La maggioranza dei profughi che finisce a Dimitrovgrad ci arriva perché non ha abbastanza soldi per il passaggio dalla Turchia a una delle isole greche, che richiede minimo 1.000 euro a persona per pagare i trafficanti che gestiscono i barconi.

Foto tratta dalla pagina Facebook Info Park
Foto tratta dalla pagina Facebook Info Park

Attraversamento del confine

Per molti profughi, l’attraversamento del confine tra Turchia e Bulgaria è uno dei passi più difficili dell’intero tragitto. Dato che per loro non esistono metodi legali per entrare in Bulgaria, passano illegalmente con l’aiuto dei trafficanti e chiedono asilo in Bulgaria. Abbiamo sentito molte storie di respingimenti illegali verso la Turchia compiuti dalla polizia di frontiera bulgara.
Ci è stato inoltre raccontato di maltrattamenti e abusi, come i pestaggi con i manganelli, l’uso di manganelli elettrificati, di cani aizzati contro i migranti e di spari di avvertimento.

Tutto questo è confermato da Amnesty International e da altre organizzazioni umanitarie, che hanno recentemente pubblicato dei report sull’inaccettabile trattamento subito dai migranti in Bulgaria. Ci è stato inoltre detto che i profughi che riescono ad attraversare il confine bulgaro devono nascondersi per almeno 24 ore per evitare che la polizia li arresti.
Per questo motivo, molti di loro rimangono per giorni nei piccoli appartamenti sovraffollati dei trafficanti, aspettando l’occasione di lasciare la Bulgaria ed entrare in Serbia.

La maggioranza dei profughi arrivati a Dimitrovgrad racconta di minacce, pestaggi, estorsioni di denaro e cellulari, spesso prima di essere arrestati per almeno 12 giorni, e talvolta per 30 e più giorni. Raccontano anche delle condizioni disumane delle prigioni, delle celle sovraffollate, dei maltrattamenti e della carenza di cibo, acqua e servizi igienici.

Nel centro di detenzione viene chiesto ai profughi di lasciare il paese e tornare in Turchia, oppure di lasciare le proprie impronte digitali per cominciare direttamente la procedura di richiesta di asilo in Bulgaria. Poiché le impronte digitali vengono registrate in Bulgaria, tutti gli stati membri della Convenzione di Dublino III (tutti i paesi europei) possono chiedere alla Bulgaria di riprendersi i profughi che fanno richiesta di asilo altrove. Una volta rilasciati, i profughi vengono trasferiti nei centri di accoglienza, da cui hanno libertà di uscita durante il giorno. A questo punto molti profughi ricontattano i trafficanti per lasciare il paese alla volta della Serbia.

Foto: I’m Human Organization
Foto: I’m Human Organization

L’arrivo a Dimitrovgrad

Per le ragioni di cui sopra, la maggioranza dei profughi arriva a Dimitrovgrad in pessime condizioni psico-fisiche. Molte delle persone arrivate non mangiavano da giorni; altre indossavano vestiti bagnati e scarpe consumate dall’aver camminato giorno e notte, nascondendosi dalla polizia di confine.

Una volta arrivati al confine serbo, possono camminare fino a Dimitrovgrad (circa 20-30 km), o prendere un taxi fino al centro di identificazione. I taxi aspettano tutta la notte i profughi che attraversano il confine. I residenti che abitano vicino al confine vengono pagati dai tassisti perché li avvisino quando vedono arrivare i migranti.
I tassisti chiedono dai 40 ai 50 euro per portare quattro persone al campo. Una volta arrivati al campo, devo cominciare immediatamente il processo di registrazione.
Lo scorso novembre, questo processo ha talvolta richiesto anche cinque giorni, a causa della lentezza del sistema informatico usato dalla polizia.
Alle famiglie con bambini venne data la precedenza, ma altri (per lo più giovani uomini provenienti dall’Afghanistan) dovettero aspettare per giorni, talvolta dormendo all’esterno sotto la pioggia gelida.

Dall’inizio di dicembre il processo di registrazione si è velocizzato. Ora bastano poche ore per permettere ai profughi di continuare il loro viaggio. All’interno del campo c’è una grande tenda e quattro container, coni 4 o 6 letti a castello ognuno.
Ad un certo punto, in ogni container alloggiavano fino a 40 persone, il che significa che alcune di loro hanno dovuto dormire ai piedi dei letti sul pavimento sporco. Talvolta la polizia permette solo alle donne e ai bambini di dormire nei container. Talvolta non permette a nessuno di entrarci.

Una volta registrati, i profughi hanno diritto di circolazione in Serbia per 72 ore. La maggior parte prende la corriera per Belgrado, fornita da una compagnia locale, che chiede 30 euro a persona per le 5 ore di viaggio. Ci sono anche taxi che vanno direttamente a Šid, sul confine serbo-croato, o a Belgrado. Il costo dei taxi varia tra i 200 e i 300 euro a persona, a seconda della situazione.

Foto: Info Park
Foto: Info Park

Gli aiuti a Dimitrovgrad

Nei mesi passati, molti volontari provenienti da tutto il mondo sono arrivati a Dimitrovgrad per aiutare i profughi in arrivo.
Dall’inizio di novembre, i volontari collaborano con la piccola e appena nata ONG serba “I’m Human Organization” (www.iho.org.uk). Dato che la distribuzione di cibo cucinato in casa è stata vietata, distribuiamo cibo confezionato (pane, tonno, marmellata, formaggio, barrette energetiche), frutta fresca (banane o mele) e acqua.

Anche organizzazioni più grandi come la Croce Rossa serba distribuiscono cibo, ma solo fino a mezzogiorno, e non lavorano di notte, quando arriva la maggior parte dei profughi. Inoltre, non distribuiscono cibo ai profughi non ancora registrati.

In novembre, quando il processo di registrazione durava per giorni, i profughi non registrati venivano aiutati solo dai volontari. Il nostro lavoro si concentra sulle ore notturne, quando non c’è nessun altro ad aiutare i profughi in arrivo.
A parte il cibo, distribuiamo ogni tipo di abbigliamento invernale, come guanti, berretti, calzini, scarponi, giacconi, maglioni, sciarpe, maglie e coperte.

Foto: I'm Human Organisation
Foto: I’m Human Organisation

Abbiamo anche delle coperte e dei poncho impermeabili di emergenza per i giorni di freddo e maltempo. Inoltre, i volontari aiutano i profughi fornendo loro informazioni sul loro viaggio verso la Serbia e gli altri paesi, con mappe, notizie sulle opportunità di asilo nei diversi paesi europei, e altri informazioni di carattere generale. Quando abbiamo volontari con formazione medica, aiutiamo i profughi alle prese con problemi di salute e piccole ferite, fornendo loro antidolorifici e rimedi per la tosse. Questo lavoro è necessario in particolare di notte, dato che di giorno l’assistenza medica è fornita da una ONG chiamata “Women and Health Alliance” (WAHA).

Tuttavia il lavoro più importante svolto dai volontari qui a Dimitrovgrad, e quello con maggior impatto, è la solidarietà verso i profughi che arrivano qui.
Molti di loro ci hanno detto che qui Dimitrovgrad hanno ritrovato umanità e dignità per la prima volta da quando hanno lasciato i loro paesi di origine. Passare del tempo insieme, ascoltare le loro storie, scattarsi delle fotografie tutti insieme e scambiarsi i propri contatti sui social network dà a molti di loro più speranza e gioia di qualsiasi altra cosa.
Ci rende molto felici ricevere i messaggi dei nostri nuovi amici passati da Dimitrovgrad nelle settimane passate e finalmente giunti a destinazione. Molti di loro ricordano i momenti passati insieme ed esprimono la loro gratitudine per il lavoro che facciamo.

Jacob (volontario indipendente)

Links utili:
Info Park (FB)
I’m Human Organization(FB)