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La storia del “cancellato” Ali Berisha

Ali Berisha nasce in Kossovo il 23.05.1969.
Ha sempre vissuto in Slovenia ove era titolare di passaporto dell’ex Jugoslavia rilasciato dalle autorità slovene, nonchè di residenza permanente in Slovenia.
Ha fatto il militare dal 18 gennaio 1989 fino al 18 gennaio del 1990 dopo aver ricevuto la cartolina di chiamata dal comune di Maribor (Slovenia) ove era residente.

Per la legge slovena il servizio militare può essere svolto solo da chi ha la cittadinanza nonché la residenza permanente.
Terminato il servizio militare, Ali Berisha si recava in Kossovo nel febbraio ’90 per andare a trovare la madre malata.
Dal febbraio 1990 fino al mese di aprile 1993 Ali Berisha si sposta continuamente tra Slovenia e Kossovo per fare periodicamente visita a sua madre.

Nei suoi spostamenti, quando attraversa la frontiera tra Slovenia e Kossovo, Ali Berisha mostra il suo passaporto e attraversa tranquillamente la frontiera (in entrambe le direzioni).
Nel 1993 dopo il decesso della madre si reca a trovare dei parenti regolarmente residenti in Germania. Al suo rientro in Slovenia, in data 23.05.1993 Ali Berisha viene fermato alla frontiera Austro-Slovena. La polizia provvede senza alcuna spiegazione a sequestrargli il passaporto (che non gli verrà mai restituito) e a rinchiuderlo in un centro di permanenza temporanea per stranieri a Lubiana.

Viene trattenuto in questo centro per dieci giorni senza che gli sia stato notificato nessun atto né gli sia stata fornita alcuna spiegazione. I poliziotti si limitano a fargli presente che in Slovenia lui non può più vivere perché è nato in Kossovo.
In questi dieci giorni di trattenimento non gli è consentito ricevere alcuna visita (neppure quella di avvocati, né del fratello poliziotto), né viene ascoltato da un giudice.
Dopo dieci giorni di trattenimento viene accompagnato coattivamente in Albania. Neppure in questa occasione gli viene notificato nessun atto. Viene trasferito con i lacci ai polsi su di camion insieme a molti altri, fino all’aereoporto di Lubiana. Qui viene fatto coattivamente salire su di un aereo della linea Air Adriatic con destinazione Tirana. Era il giorno 3 o forse 4 giugno 1993.
Appena sbarcato all’aeroporto di Tirana insieme agli altri espulsi viene fermato dalla polizia aeroportuale albanese. Gli viene richiesto il passaporto che lui non possiede più in quanto sequestratogli dalla polizia slovena.
I poliziotti albanesi decidono, in cambio di denaro e di un anello d’oro, di fare risalire Ali Berisha sul medesimo aereo da cui era appena sceso e si accordano con il pilota per farlo riportare in Slovenia il giorno successivo. Per quella notte Ali Berisha dorme nel posto di polizia allestito presso l’aereoporto.
Il giorno successivo atterra a Lubiana ove viene prontamente fermato dalla polizia slovena e ricondotto coattivamente nel cpt, senza nessuna spiegazione e senza che gli venga notificato nessun atto. La polizia lo minaccia di espellerlo verso la Cecoslovacchia.

Dal cpt Ali Berisha riesce a scappare durante la notte. Nella fuga però si ferisce ad un ginocchio.
Viene quindi ricoverato presso un ambulatorio nella città di Celje.
Dopo circa tre giorni di ricovero alcuni amici lo raggiungono e lo trasportano in macchina in Germania dai suoi parenti regolarmente soggiornanti.
Vive per tre mesi a casa dei suoi parenti a Stoccarda poi si trasferisce a Kalstruc, in un centro di accoglienza, dove presenta domanda di accesso alla procedura di asilo. Nella richiesta Berisha spiega la sua situazione ma come unico documento ancora in suo possesso può allegare solo il certificato di nascita kossovaro.
Su indicazione di alcuni poliziotti chiede asilo in quanto Kossovaro in fuga dal suo paese (spiegare la sua storia di cancellato era troppo compliacato). Dopo circa un mese la sua domanda viene rigettata ma gli viene consegnato un permesso di soggiorno per motivi di protezione umanitaria che va rinnovato continuamente (circa ogni mese).
Alì Berisha vive regalmente in Germania per dieci anni, rinnovando costantemente il suo permesso di soggiorno.
In questi anni vive ospite del centro di Accoglienza di Kaltstruc (il primo mese) e poi in altri numerosi centri di accoglienza dislocati sul territorio tedesco a seconda degli spostamenti decisi dalle autorità tedesche (probabilmente in base alla disponibilità di posti).
In data 9/8/1996 si sposa con una donna nata in Kossovo e con cittadinanza Jugoslava (anch’essa, come Ali, di etnia Rom), titolare di un permesso di soggiorno per motivi umanitari rilasciatole dalle autorità tedesche.
Nel certificato di matrimonio Ali Berisha e la moglie vengono iscritti come cittadini Jugoslavi.
Negli anni successivi Ali Berisha e la moglie mettono al mondo quattro figli (tre maschi ed una bimba) che nascono tutti in comuni diversi. Anche i figli vengono iscritti all’anagrafe come cittadini Jugoslavi.
Nell’anno 2003 in Germania viene emessa una legge in cui si stabilisce, visto il mutamento delle condizioni politiche in Kossovo, di non riconoscere più il diritto alla protezione umanitaria ai richiedenti asilo provenienti da tale Paese.
Ali Berisha riceve quindi, nell’anno 2003, il rifiuto di rinnovo del suo permesso di soggiorno ed un’espulsione. Si reca da un avvocato nella città di Fellbach (tale Beicker) e propone ricorso. A fine processo riesce ad ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi umanitari. Peraltro nel corso dell’audizione Ali Berisha riesce a spiegare al giudice la sua storia e la sua condizione di “cancellato” sloveno.
Il permesso di soggiorno nuovamente ottenuto verrà rinnovato fino all’anno 2005.
Nel frattempo nel mese di settembre 2003 Ali Berisha si reca all’ambasciata slovena a Monaco per richiedere la restituzione del suo passaporto e la cittadinanza slovena. L’ambasciata slovena non fornirà mai risposta a questa richiesta.
L’ultimo permesso di soggiorno rilasciato dalle autorità tedesche ad Ali Berisha viene a scadere il 19 settembre 2005. In tale occasione gli viene consegnato un’intimazione a lasciare il territorio tedesco e a fare rientro in Kossovo entro il 30.09.2005 (per lui e per la sua famiglia).
Ali Berisha telefona allora al fratello poliziotto che vive in Slovenia chiedendogli aiuto.
Il fratello si reca in Germania e riaccompagna in macchina tutta la famiglia di Ali in Slovenia.

Appena fatto ingresso in Slovenia Ali Berisha si reca dall’avvocato Krivic (ex giudice della Corte Costituzionale Slovena nonché ex presidente di una associazione di “cancellati”).
L’avvocato Krivic decide di far presentare ad Ali Berisha una richiesta di accesso alla procedura di asilo presso la polizia di Maribor. Da qui viene trasferito nel centro di accoglienza di Lubiana per richiedenti asilo e qui presenta in data 29/9/05 la richiesta di asilo predisposta dall’avvocato Krivic.
Con questo atto l’avvocato sperava di bloccare la procedura di espulsione.
In data 26/10/2005 con provvedimento del Ministero dell’interno viene dichiarata l’incompetenza dello stato Sloveno a decidere sulla domanda di asilo, in favore del governo tedesco ai sensi dell’art. 16 della convenzione di Dublino. E viene decisa la deportazione della famiglia Barisha in Germania.
Nella medesima giornata l’avvocato Krivic deposita allora una revoca della domanda di asilo per cercare di evitare l’espulsione verso la Germania.
Il 7/11/2005 il Ministero degli Affari Interni Sloveno emette un atto in cui si decreta la “consegna” della famiglia Berisha allo stato responsabile ai sensi dell’art. 16 della convenzione di Dublino a decidere sulla domanda di asilo e quindi alla Germania. Nel medesimo atto si specifica che la “consegna” è prevista tramite volo aereo con partenza dall’aeroporto di Lubiana in data 18.11.2005 e si richiede quindi alla famiglia Berisha di presentarsi alle ore 5.15 del 18/11 presso la portineria del centro di accoglienza per essere accompagnati in aeroporto.