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tratto da: Repubblica.it

Lampedusa, tensione e attesa – Domani sciopero generale

Il sindaco: "Non diventeremo un carcere a cielo aperto e noi non siamo in vendita"

Resta alta la tensione a Lampedusa, sia tra gli immigrati sia tra i residenti, dopo la clamorosa fuga in massa dal centro di accoglienza di sabato scorso. Un delicato equilibrio che potrebbe saltare dopo la missione di domani del ministro dell’Interno Roberto maroni a Tunisi che potrebbe dare il via libera all’accordo che avrà come effetto immediato il rientro nel Paese nordafricano di 1200 tunisini. Timori che fanno temere una nuova rivolta nel Cpa dell’isola.

Nel frattempo continua lo sciopero della fame di 16 delle 78 donne nordafricane contro il rimpatrio, mentre nella notte i carabinieri hanno rintracciato (e riportato nel centro) 8 immigrati che si erano nascosti in case disabitate.

Sempre domani scatterà nell’isola un altro sciopero generale contro la politica del Viminale che fa di Lampedusa l’unica “stazione di arrivo” dei migranti in attesa del loro rimpatrio, prolungando così il tempo di permanenza nell’isola, con la realizzazione del nuovo centro di accoglienza e detenzione. “Lampedusa – ribadisce il sindaco Dino De Rubeis – non diventerà un carcere a cielo aperto e noi non siamo in vendita: non ci faremo comprare per un piatto di lenticchie, accettando che facciano di noi un lager per gli immigrati in cambio di quale concessione. E se dovesse passare l’accordo con la Tunisia, non ci sarebbe più sicurezza nel centro e e nelle nostre case. Domani resterà tutto chiuso per far sentire a Roma la nostra preoccupazione e il dolore per una solitudine immeritata dopo ben 17 anni di accoglienza”. Parole che il parroco dell’isola don Stefano Nastasi, accompagna con un appello al Papa (perché “possa dire due parole di chiarezza sul fenomeno immigratorio, che non riguarda soltanto Lampedusa”) e con un invito a Silvio Berlusconi che aveva detto che può accadere “che gli immigrati vadano fuori dal centro a bersi una birra”. “Perchè non viene a bere con me e i clandestini così può toccare con mano la situazione che stiamo vivendo in quest’isola”.

Ma che il braccio di ferro col Viminale sia destinato a farsi più duro lo dimostra anche la decisione del consiglio comunale di presentare una denuncia alla procura di Agrigento contro Maroni, accusato di trattenere illegalmente gli extracomunitari nel cpa dove non potrebbero restare per più di 48 ore.

Durante la notte, infine, due aerei dell’Aeronautica militare hanno portato pasta, riso, acqua e prodotti surgelati per far fronte alle prime necessità. Ma la situazione non è agevole anche perché la nave che,
da Porto Empedocle porta le scorte di cibo, ogni lunedì, oggi non potrà attraccare sull’isola a causa del forte vento che soffia da ieri.