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tratto da: repubblica.it

Lampedusa, tensione in piazza

l'ex vice-sindaco scortato a casa

Torna la tensione a Lampedusa. Stavolta non a causa dei clandestini che ieri sono fuggiti in massa dal centro di accoglienza temporanea e poi riportati dentro. Oggi la tensione è tutta politica. E la questione è il progetto del governo, ribadito ancora in queste ore da Roberto Maroni, di aprire nell’isola un centro di identificazione e di espulsione degli extracomunitari in arrivo in Italia. A scatenare la rabbia della popolazione locale è stato il comizio dell’ex vice-sindaco di Lampedusa, la leghista Angela Maraventano, costretta a tornare a casa scortata dai carabinieri.

Durante il suo intervento dal palco in piazza sono piovuti insulti e accuse di “tradimento”. Alcuni cittadini hanno cercato di avvicinarsi mentre la senatrice stava cercando di spiegare le ragioni del governo.

Subito dopo di lei ha preso la parola l’attuale sindaco Dino De Rubeis, su posizioni opposte a quella della parlamentare leghista. “Lampedusa non è in vendita. Siamo davanti – ha detto – ad uno Stato prepotente che vuole imporci le sue scelte e vuole trasformare quest’isola in un carcere a cielo aperto. Pensano a creare centri di identificazione ed espulsione per far fronte ad una politica che, finora, si è rivelata fallimentare”.

Polemiche che sono lo specchio di quelle in corso a livello nazionale. Oggi il ministro dell’Interno è tornato all’attacco e ha accusato l’opposizione di “aver aizzato” gli immigrati in rivolta a Lampedusa. Chi ha fatto questo, ha detto Maroni, “se ne assumerà le responsabilità anche se penali”. “Non esiste un’emergenza” nell’isola, ha aggiunto, e il governo non ha intenzione di cedere, gli immigrati “resteranno a Lampedusa fino al rimpatrio”.

Rimpatrio che avverrà in tempi brevi, assicura anche Umberto Bossi: “In queste settimane dovrebbe partire una nave intera di immigrati che li riporti in Tunisia”. Il leader della Lega appoggia la linea di Maroni: è giusto tenere i clandestini che sbarcano a Lampedusa sull’isola fino al loro rimpatrio: “Fa bene perché se li porti in giro in tutta Italia non li trovi più, scappano. Da Lampedusa sanno che per uscire possono solo tornare a casa”. Lo stesso Maroni conferma che martedì sarà in Tunisia per “definire i termini per ottenere rimpatri diretti anche lì”.

Intanto all’ingresso del Cpa è stato allestito un posto di blocco per impedire l’accesso alla struttura. All’interno del centro gli oltre mille extracomunitari, che ieri si erano allontanati ed erano scesi in piazza per chiedere il trasferimento in centri di permanenza temporanea di altre Regioni, sono rientrati tutti.