Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Le parole lasciano impronte

Campagna contro le discriminazioni nell'informazione

Le parole lasciano impronte

È questo il titolo della campagna che intendiamo lanciare e a cui vi chiediamo di aderire.
Mai come in questi anni l’utilizzo di alcune parole apparentemente neutre costruisce immaginari, evoca scenari, di fatto stabilisce ideologie.
Le parole che si utilizzano quando si parla di questioni connesse all’immigrazione ne sono esempio paradigmatico: si definisce accoglienza quella che diviene reclusione, si definisce rimpatrio assistito quello che a volte è deportazione, si accentua la provenienza nazionale di ogni indiziato di un reato quando si tratta di cronaca nera, e così via.
Spesso i termini sono anche giuridicamente scorretti, spesso generano confusione, astraggono i fatti dal contesto in cui avvengono per evocarne altri, il richiedente asilo diviene, in quanto privo di documenti, immediatamente un “clandestino” categoria costruita ad arte su cui si riversano le peggiori pulsioni xenofobe.
I soggetti che hanno dato vita a questa iniziativa concordano nel notare come durante le campagne elettorali, simili distorsioni raggiungano il massimo della frequenza. Parole come “sicurezza” “criminalità diffusa” associate alla presenza di cittadini stranieri, riempiono le cronache soprattutto dei mezzi di informazione locali.
Mercoledì 23 marzo dalle ore 10.00 alle 12.00, presso la sala della Federazione Nazionale della Stampa, Corso Vittorio Emanuele II, 349 Roma, avremo il primo appuntamento pubblico in cui verranno illustrati alcuni elementi del lavoro che si intende portare avanti, un lavoro di formazione, di informazione e di denuncia in cui i soggetti saranno soprattutto quelle donne e quegli uomini che hanno deciso di vivere in Italia e che spesso divengono oggetti o peggio ancora numeri, percentuali, dati statistici.
Soggetti che, anche a causa delle leggi restrittive e antiquate che regolano gli ordini professionali, non possono se non con molta difficoltà, accedere al ruolo di operatori dell’informazione.
Il nostro lavoro non si limiterà ad un momento di denuncia: intendiamo entrare nella costruzione dei circuiti dell’informazione, per problematizzare realtà che troppo spesso vengono semplificate, sarà un lavoro che durerà nel tempo e che richiederà l’apporto di tutte le intelligenze critiche e democratiche disposte ad impegnarsi.
Un sapere plurale e in continua ricerca a cui chiediamo di aderire per costruire un modo più corretto di informare.

Per adesioni e informazioni
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