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Le proposte di modifica de “L’Italia sono anch’io” al DDL di riforma della cittadinanza

di Nazzarena Zorzella, Asgi

Il disegno di legge C. 3264 presentato il 29 luglio 2015 alla Camera dalla deputata del PD Marilena Fabbri intende modificare la legge n. 91/1992 in materia di cittadinanza, soprattutto per i minori stranieri. Le proposte di modifica rappresentano, indubbiamente, un passo avanti rispetto all’attuale legislazione per tutti quei minori che, nati in Italia o che qui hanno vissuto gran parte della loro vita, ambiscono a diventare cittadini a pieno titolo. Rispetto alla proposta di legge di iniziativa popolare della Campagna L’Italia sono anch’io, che ha raccolto più di 200mila firme e che è stata depositata il 6 marzo 2012, il DDL Fabbri presenta sostanziali differenze ma non può negarsi che abbia il condivisibile concreto obiettivo di consentire ai minori stranieri forme di acquisizione della cittadinanza maggiori di quelle, scarse, attuali. Per rendere più effettivo tale obiettivo, la Campagna L’Italia sono anch’io propone alcuni emendamenti:

– La sostituzione del requisito della ‘residenza legale, senza interruzioni’ dei genitori dei minori stranieri nati in Italia, con quello del ‘soggiorno legale’, per evitare che una normativa estranea alle finalità della legge (la residenza anagrafica) interferisca, con tutte le sue problematiche, nel diritto dei piccoli cittadini stranieri di diventare italiani, e per evitare che inadempimenti o difficoltà degli adulti si ripercuotano sui minori incolpevoli. Facendo richiamo alla legalità del soggiorno, la proposta sostituzione è maggiormente coerente con la normativa in materia di immigrazione.

– La previsione di un obbligo di informazione da parte dell’ufficiale di stato civile in alcuni specifici casi, per favorire la conoscenza e dunque l’effettivo esercizio del diritto.

– La sostituzione del requisito della convivenza del figlio minore con il genitore che acquista la cittadinanza italiana, con il requisito della non decadenza dalla potestà genitoriale, in quanto irragionevole e con effetti discriminatori, ad esempio, per i figli di genitori separati.

– L’introduzione di una norma sui minori disabili e sugli interdetti, inabilitati e beneficiari di amministrazione di sostegno, per superare l’attuale gravissima discriminazione per cui ai giovani con disabilità psichica è negato il diritto di acquistare la cittadinanza italiana perché incapaci di presentare la dichiarazione di volontà e di prestare il giuramento.

– Infine, fondamentale è la previsione di una norma transitoria che consenta l’acquisto della cittadinanza italiana anche a coloro che avevano alla nascita i requisiti previsti dalla nuova legge e che hanno compiuto il ventesimo anno di età prima dell’entrata in vigore della stessa.

È auspicabile, comunque, che il Parlamento si attivi per riformare l’intera legge sulla cittadinanza, rendendola più conforme alla nuova composizione sociale determinata dai cittadini stranieri stabilmente soggiornanti in Italia (più della metà dei quali hanno uno status di soggiornanti a tempo indeterminato), come indicato dalla proposta di legge di iniziativa popolare della Campagna L’Italia sono anch’io. I tempi sono maturi.

ArciReport, 10 settembre 2015