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Le violazioni dei diritti attuate sui richiedenti asilo dalle autorità croate giustificano il diritto dello straniero ad opporsi al provvedimento dell’Unità di Dublino che prevede il trasferimento in Croazia

Tribunale di Genova, provvedimento del 2 maggio 2018

Percosse ai danni di un minore straniero della polizia croata - Foto di AreYouSyrious

“Il Collegio ritiene che, nel caso di specie, sia fondato il rischio attuale che il ricorrente venga sottoposto a trattamenti inumani e degradanti in Croazia, dovendosi pertanto ritenere impossibile il suo trasferimento.
Infatti, sebbene dall’ultimo rapporto ECRI relativo alla Croazia (reperibile sul sito web del Consiglio d’Europa del 2015, inerente il 4°ciclo di monitoraggio dopo quello del 2012) emergano valutazioni parzialmente positive sugli sforzi fatti dal governo croato, con particolare riguardo alla formazione degli addetti (polizia, giudici, avvocati) sulla applicazione del nuovo codice penale per la lotta contro il razzismo ed ogni forma di discriminazione, sulla normativa per consentire l’accesso gratuito alla giustizia e sulla normativa nella politica migratoria, va detto subito che trattasi di report riferito a monitoraggio di epoca antecedente al novembre 2014. Le valutazioni della Commissione, peraltro, risultano positive solo in parte e, soprattutto, solo “in diritto”, non anche “in fatto”.

Mancano invero riscontri fattuali, mentre da fonti diverse da quelle governative emerge un sistema amministrativo e giudiziario, in materia di migrazione, nel quale sono assenti i principi della tutela dei diritti fondamentali dell’uomo, oltre che un confronto, anche solo consultivo, con l’Alto Commissariato e con le ONG“.

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Tribunale di Genova, provvedimento del 2 maggio 2018