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Mali – Le sofferenze psicologiche subite dal richiedente per arrivare in Italia e la giovane età giustificano la protezione umanitaria

Tribunale di Perugia, ordinanza dell'8 gennaio 2018

Foto tratta da Atlante Minori Stranieri Non Accompagnati in Italia - Credit: Danilo Balducci per Save the Children

Il Tribunale di Perugia riconosce la protezione umanitaria a cittadino maliano.
Secondo il Giudice, il riconoscimento della detta protezione risiede nelle sofferenze psicologiche subite per arrivare in Italia e nelle difficoltà tipiche di un nuovo radicamento territoriale qualora fosse costretto a tornare nel proprio Paese.
Tali difficoltà sono inoltre connotate da una “condizione di specifica ed estrema vulnerabilità, idonea a pregiudicare la sua possibilità di esercitare i diritti fondamentali, legati anche solo alle scelte di vita quotidiana”.
Il Ricorrente, infatti, “ha lasciato il proprio paese all’età di 15 anni, dopo l’uccisione del padre e del fratello maggiore, e dopo che l’abitazione di proprietà era stata data alle fiamme avendo altresì perso la disponibilità del terreno di proprietà presso il quale lavorava come allevatore di bestiame trovandosi così privo di qualunque sostegno affettivo ed economico nel proprio paese di provenienza”.

Inoltre, concorre al riconoscimento della protezione umanitaria il positivo percorso integrativo compiuto dal ricorrente, come attestato dalla relazione socio sanitaria prodotta in giudizio. Egli, “pur pervenendo da una condizione di analfabetismo totale, ha partecipato con fattivo interesse ai corsi di alfabetizzazione propedeutici all’apprendimento della lingua italiana”.

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Tribunale di Perugia, ordinanza dell’8 gennaio 2018