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#MarchOfHope di fronte alle porte chiuse dell’Unione Europea

Are you Syrious?, Daily Digest - 13 novembre 2016

Foto: @openeuborders

In attesa che l’Europa apra le porte

Nella tarda serata di ieri, 13 novembre, all’incirca 140 persone, la maggior parte provenienti dal Pakistan e dall’Afghanistan, sono giunte nei pressi della città serba di Sid, nella speranza di entrare in Europa attraverso la frontiera che si trova vicino a Tovarnik, Croazia. Ma la frontiera per loro è rimasta chiusa e la polizia ha rafforzato la sua presenza in entrambi i lati. La polizia ha impedito a gruppi di volontari di portare cibo, coperte e the caldo ai rifugiati sostenendo che è una responsabilità delle autorità locali, le quali non hanno fatto abbastanza sforzi per aiutare le persone che stanno protestando. Anche ai giornalisti presenti in entrambe le parte della frontiera è stato negato di avvicinarsi ai rifugiati.

Il Ministro dell’Interno croato, Vlaho Orepić, ha annunciato a coloro che sperano di attraversare il confine che la frontiera sarà sorvegliata e che “nessuno potrà entrare illegalmente”. Ai partecipanti alla marcia è stato offerto l’alloggio nel centro della città di Sid, ma molti hanno rifiutato e hanno deciso di rimanere nel campo profughi per protestare contro la politica dell’UE in materia di frontiere chiuse. I volontari che hanno preso parte alla marcia chiedono coperte, sacchi a pelo o qualsiasi cosa che possa aiutare le persone a riscaldarsi.

Questa è la terza volta che i rifugiati in Serbia protestano in modo simile contro le difficili condizioni e la chiusura delle frontiere. In precedenza avevano marciato verso l’Ungheria e la Croazia. Questa #MarchOfHope, così chiamata dagli attivisti e dai rifugiati che vi partecipano, è iniziata venerdì 11 novembre quando più di 150 persone hanno lasciato Belgrado per raggiungere la frontiera croata. La polizia serba segue da vicino la marcia, mentre rappresentanti di varie organizzazioni, come MSF, UNHCR, DRC, forniscono aiuti di base.

La marcia è stata provocata da un raid della polizia nei confronti dei rifugiati che vivono in depositi abbandonati di Belgrado durante la quale 109 persone sono state caricate negli autobus e inviate al campo profughi di Presevo. Himad A. ha inviato a AYS una foto di dove dormono i rifugiati a Belgrado.
Photo by Himad A.

Secondo alcune stime, oltre 1.000 persone a Belgrado si trovano a dover passare la notte in condizioni estremamente difficili. I campi profughi in Serbia sono sovraffollati e i rifugiati temono di essere rimandati in Macedonia. AYS ha pubblicato diversi reports questa settimana che denunciano le cattive condizioni e il trattamento dei rifugiati in Serbia, e continueremo a seguire la situazione con la speranza che qualcuno reagisca. Tutto ciò sta accadendo nella nazione che mira a diventare presto un membro dell’Europa.