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Marocco – Manifesto dei migranti in transito

Il giorno ventinove d’agosto del 2005, due migranti subsahariani che
cercavano di attraversare la frontiera tra Melilla e il Marocco, vengono
trovati morti.
Secondo le testimonianze di quattro compagni degli scomparsi e di altre
due persone marocchine, i migranti sono morti dopo aver attraversato il
secono muro della frontiera, ovvero in territorio spagnolo, una volta
intercettati dalla Guardia Civile.
Queste dichiarazioni segnalano anche che i migranti sono stati
brutalmente
colpiti da alcuni agenti della Guardia Civile e poi, una volta che uno
dei
due era già morto e l’altro moribondo, i loro corpi sono stati gettati
in
territorio marocchino.
Medici Senza Frontiere, che ha visto uno dei cadaveri, assicura che vi
ha
trovato segni di violenza, in concreto la traccia di una pallottola di
gomma, di quelle in uso della guardia civile, sul suo petto.
Fino al momento, la Guardia Civile ha ammesso l’esistenza di un morto e
ha
lasciato nelle mani della Gendarmeria marocchina l’incarico delle
indagini.
Visto che:
– il Marocco non è un paese democratico, dove i processi di indagine e
le
garanzie giudiziarie sono quasi nulle.
– Le buone relazioni tra i due paesi sono stabilite sulle base delle
grandi somme di denaro che lo Stato Spagnolo da al Marocco per la
militarizzazione della frontiera
– Le numerose denunce verbali alle organizzazioni socialiche i migranti
hanno fatto di presunte torture ricevute da parte di alcuni agenti della
Guardia Civile
– Inoltre, visto il recente disgraziato avvenimento di Roquetas en
Almeria, dove un agricoltore è morto all’interno di una caserma della
Guardia Civile.
Per tanto:
– non crediamo che le forze di sicurezza marocchine né la Guardia Civile
siano preparate per chiarire i fatti che accaddero quella notte
– chiediamo una commissione formata da distinti partiti politici e
organismi internazionali che studino la situazione della frontiera tra
Ceuta e Melilla
– chiediamo che cessi il trasferimento di fondi economici al Marocco
nella
concezione del controllo migratorio, fino a che questo non sia un paese
dove vengono garantitti i diritti dei migranti in transito e degli
stessi
cittadini.


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