Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
/

Muore un’altra donna porteadora, schiacciata da centinaia di persone nel tentativo di entrare a Ceuta

Gonzalo Testa, Desalambre (El Diario) - 24 aprile 2017

Photo credit: International web Post

Una porteadora marocchina di 54 anni è morta questo lunedì (24 aprile 2017 n.d.R.), nelle prime ore del mattino, dopo esser rimasta schiacciata da centinaia di persone in un’”enorme valanga umana” verificatasi al passo di frontiera “Tarajal II”, punto di accesso a Ceuta dal Regno alawita riservato al transito delle cittadine del paese vicino impegnate a trasportare sulle proprie spalle ogni tipo di merce scambiata nella località spagnola.

Secondo quanto riferito da fonti di polizia di entrambi i paesi a eldiario.es, dopo esser rimasta intrappolata nella calca di persone la donna è stata trasportata, senza che potesse esserle salvata la vita, in un centro sanitario della vicina località marocchina di Castillejos, dove viveva. Altre quattro donne restano ricoverate in condizioni definite “stabili”.
Altre quattro porteadoras e un uomo hanno ricevuto assistenza sanitaria per “contusioni multiple” nell’Ospedale Universitario di Ceuta, secondo quanto diffuso dall’Instituto de Gestión Sanitaria (INGESA).

Si tratta della seconda vittima registrata al “Tarajal II” dalla sua apertura, a fine febbraio. Lo scorso 26 marzo una donna marocchina di soli 22 anni morì nell’Ospedale Provinciale di Tetuán dopo esser rimasta travolta in un’altra calca, sempre nel territorio del paese vicino, appena tre giorni prima.

Nel maggio 2009 due donne morirono schiacciate dalla folla sulle gradinate del poligono commerciale del Tarajal, dove le porteadoras si radunavano con le merci da portare all’altro lato della frontiera, e la scorsa settimana un’altra cittadina del Regno alawita è deceduta all’Ospedale Universitario dopo essere stata investita nei pressi della rotatoria di accesso a Ceuta dalla frontiera usuale.

Proprio questo lunedì le forze di sicurezza di Spagna e Marocco hanno iniziato ad applicare “alla lettera” i nuovi termini di accesso a Ceuta riservati ai veicoli marocchini, vietando l’ingresso agli autoveicoli per carico merci in cattivo stato o modificati (con doppi fondi, senza sedili…). Vengono respinti anche quelli sprovvisti di assicurazione internazionale, o i cui conducenti non ne siano i proprietari.

Secondo quanto spiegato dal portavoce del Governo di Ceuta, Jacob Hachuel (PP), in questo modo si intende “compiere un ulteriore passo avanti” per “porre fine al ‘business del porteo’, che non apporta alcun beneficio, risulta indegno e sfiora lo schiavismo”.

La Asociación Pro Derechos Humanos de Andalucía denuncia ormai da molti anni che più di 7.000 donne si trovano quotidianamente soggette a “vessazioni, abusi e trattamenti degradanti, incluse le molestie sessuali alle più giovani da parte dei corpi di polizia da entrambi i lati della frontiera”, oltre alle condizioni di lavoro “assolutamente degradanti” delle porteadoras, “che per ore trasportano sulle proprie spalle dai 60 ai 90 chili di peso, vengono insultate, molestate e derise, obbligate a rispettare le file e malmenate se non lo fanno, per una media inferiore ai 10 euro al giorno”.

07_1_.jpg