Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Napoli – l’umanità non è una merce. Mobilitazione per la liberazione degli eritrei in Libia e contro i respingimenti

Da giorni gli appelli dei 250 eritrei rinchiusi nella prigione di Brak, in Libia, ed esposti ad ogni tipo di violenza e al rischio di morte stanno raggiungendo l’Italia e cercando di risvegliare le nostre coscienze. Le torture e le violazioni subite in Libia da queste persone legittimamente in fuga da guerra e persecuzione non sono certo un caso isolato!
Così come i corpi dei profughi e dei migranti abbandonati a morire nel deserto sono una realtà che solo per convenienza e calcolo i governi europei fingono spesso di dimenticare. Quelle torture, quelle violenze, ci raccontano però soprattutto della disumanità e dei crimini contro la vita umana di cui i governi italiani degli ultimi anni si sono macchiati delegando alla politica di Gheddafi la gestione di migliaia di profughi, ovvero il potere e l’arbitrio assoluto su migliaia di esseri umani inermi e titolari di diritti fondamentali come quello di chiedere e ottenere asilo politico. Prima con l’embargo e la minaccia di esclusione da Euromed, poi con accordi e finanziamenti, si è spinto la Libia a fare il lavoro sporco della “Fortezza Europa”. A operare quei soprusi che è meglio tenere il più lontano possibile da telecamere e informazione…
I “respingimenti collettivi“ violano ogni minimo principio di protezione internazionale, ma sono definiti con crudeltà e ipocrisia da Maroni come “una grande vittoria contro l’immigrazione clandestina”! Sono in realtà solo l’ultimo atto di una storia di complicità e ridefinizione di equilibri politici ed economici che ha usato e continua ad usare il corpo vivo dei migranti come moneta di scambio, la vita delle persone come una merce qualunque. Con i respingimenti verso la Libia la classe politica al potere in Italia  sta dichiarando a gran voce che la vita umana non vale nulla, specie se si tratta di quella di persone considerate ormai sotto-uomini da sfruttare e dominare. I richiedenti asilo come tutti gli altri migranti sono stati stigmatizzati e criminalizzati da leggi come quella sul reato di immigrazione clandestina e da decenni di razzismo istituzionale che ha imbarbarito questo paese. Restare in silenzio mentre le donne, gli uomini e i bambini respinti dall’Italia rischiano la morte in Libia o la deportazione verso l’Eritrea, dove subirebbero altre persecuzioni, significa rendersi complici di questa vergogna! Salvare queste persone significa lottare per i diritti e le libertà di tutti, per il diritto di ognuno di noi di vivere in un paese civile. Mobilitarci è una nostra responsabilità comune!

Libertà e diritto d’asilo per 250 profughi eritrei deportati nel deserto Libico 
Fermiamo le violenze contro i migranti e i rifugiati>br>
Rivediamo gli accordi Italia – Libia e fermiamo la politica dei respingimenti 

Giovedi 8 luglio dalle ore 19.00 in piazza Bellini:

Sit In
in contemporanea con altre analoghe iniziative promosse in tutta Italia
per il diritto d’asilo dei rifugiati eritrei respinti dall’Italia e segregati nella prigione di Brak (Libia)

Intervengono di persona o in diretta streaming:
Rifugiati in Campania che hanno conosciuto le violenze e il carcere libico
Agenzia Eritrea Abesha
Fulvio Vassallo Paleologo (Docente università di Palermo e membro dell’ASGI)

Video-Proiezioni: Estratti da “Come un uomo sulla Terra”, “L’amico Isaias”, “Morire nel deserto”, “Indietro non si torna”… Pannelli e materiali informativi

Forum antirazzista di Napoli