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Nuovo sbarco blindato a Catania: nessuno spazio per giornalisti non allineati e associazioni solidali!

Un comunicato della Rete Antirazzista Catanese

Si sono da poco concluse le operazioni di sbarco dei 272 migranti dalla P61, della Classe Diciotti della Marina Militare, abbiamo appreso da fonti attendibili che la nave sarebbe arrivata addirittura ieri sera.

Oramai anche all’ingresso del porto si viene identificati, altro che porto aperto alla cittadinanza come fantasticava il sindaco Bianco; oltre a non potere accedere alla banchina 04, dove stazionano alcune navi adibite al salvataggio dei migranti, addirittura alla banchina 02, da ore stazionano militari della Guardia Costiera, che impediscono per alcune centinaia di metri di poter monitorare le operazioni di sbarco.

Dov’è finito il diritto di cronaca? Da tempo denunciamo che in assenza dei media e di associazioni indipendenti, le procedure di “smistamento”dei migranti (selezionando i richiedenti asilo dagli “economici” in pochi minuti) possono proseguire lontane da occhi indiscreti; infatti fra i gazebo della CRI vi sono quelli della Polizia Scientifica e degli ispettori di Frontex,che identificano i/le migranti prendendo loro le impronte digitali.

Ma ai/lle migranti sono state fornite prima le informazioni sulle procedure per esercitare il diritto d’asilo? Nei fatti si sta costruendo un HotSpot anche nel porto di Catania e, come denuncia il sito dirittiefrontiere, le navi che salvano i/le migranti, viste le operazioni di guerra in corso nel Mediterraneo ed in Libia, stanno diventando degli HotSpot galleggianti, come da tempo propone il ministro Alfano. Lo stato di diritto ed i diritti umani dei migranti, secondo chi governa la fortezza Europa, sono piccoli dettagli che si superano se si oscurano le voci critiche, un motivo di più per pretendere che si ripristini al più presto l’agibilità delle associazioni solidali e dei media (e non solo di quelli autorizzati dalla Prefettura).

Ct 1/9/2016
Rete Antirazzista Catanese