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OIM: Sono oltre 2000 i migranti morti nel Mediterraneo nel 2015

Comunicato stampa dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni

Ginevra 4 agosto 2015 – Sono più di 2.000 i migranti morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo ed arrivare in Europa. Questa rotta si conferma così come la più pericolosa per chi rischia la vita alla ricerca di un futuro migliore. L’anno scorso, nel medesimo periodo, i decessi in mare erano stati 1.607; 3.279 alla fine del 2014.

La maggior parte dei migranti ha perso la vita nel Canale di Sicilia, lungo la rotta centrale del Mediterraneo che collega la Libia all’Italia: è proprio in questo tratto di mare che le imbarcazioni usate dai trafficanti, in pessime condizioni già al momento di partire, rischiano di naufragare.

I dati raccolti dall’OIM suggeriscono che la rotta del Canale di Sicilia sia sproporzionatamente più pericolosa delle altre. Nonostante l’Italia e la Grecia siano entrambe interessate da flussi migratori molto significativi (rispettivamente circa 97.000 e 90.500), i tassi di mortalità sono molto diversi: sono stati circa 1.930 i migranti morti nel tentativo di arrivare in Italia, mentre sono stati circa 60 i migranti morti sulla rotta verso la Grecia.

Nel corso dell’ultima settimana sono stati circa 20 i morti in mare. Le salme di 14 di loro, appartenenti a un gruppo più grande di 456, sono stati trovati in acque internazionali dalla nave della marina irlandese LÉ Niamh e portati al porto di Messina il 29 luglio.

Lo staff dell’OIM presente nel sud Italia ha parlato con alcuni dei sopravvissuti: secondo le testimonianze dei migranti, il motore della barca si è surriscaldato durante la traversata. Per raffreddarlo, hanno dovuto usare l’acqua potabile a bordo ma 14 di loro non ce l’anno fatta a causa della sete e del caldo.

“E’ inaccettabile che nel XXI secolo le persone in fuga da conflitti, persecuzioni, miseria e degrado ambientale debbano debbano patire tali teribili esperienze nei loro paesi, per non dire quello che sopportano durante il viaggio e poi morire alle porte dell’Europa”, ha detto il Direttore Generale dell’OIM William Lacy Swing.

Nonostante queste tragedie, l’OIM vuole riconoscere gli sforzi straordinari delle forze navali nel Mediterraneo, che continuano a salvare vite umane ogni giorno. Il numero di decessi è diminuito in maniera significativa negli ultimi mesi e ciò è dovuto in gran parte al potenziamento dell’operazione Triton: il Mediterraneo è ora perlustrato da un maggior numero di imbarcazioni che si possono spingere fino a dove partono le richieste di soccorso.

Sono quasi 188.000 i migranti salvati nel Mediterraneo fino ad ora e l’OIM sostiene con forza il proseguimento di tali attività. L’Organizzazione ritiene che il numero di migranti in arrivo aumenterà nei prossimi mesi e la soglia dei 200.000 sarà raggiunta molto presto.

Nel frattempo i media internazionali hanno fatto circolare la notizia della morte di un migrante marocchino di 27 anni: l’uomo, nascosto in una valigia, stava viaggiando nel bagagliaio di una macchina a bordo di un traghetto partito dall’enclave di Melilla e diretto verso la Spagna meridionale. Purtroppo è soffocato prima di raggiungere la sua meta.