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Ogni anima muore. La storia di Majid, morto di CIE

Un documentario a cura di Ottavia Salvador

Nella notte del 13 agosto 2013, mentre è trattenuto, da pochi giorni, nel centro di identificazione ed espulsione (CIE) di Gradisca d’Isonzo, Majid El Kodra, si procura un grave trauma cranico. Si dice che, saltando dal tetto di un edificio adibito a deposito, in un tentativo di fuga dalla struttura, sia caduto a terra, battendo violentemente la testa. Erano giorni di proteste e repressioni, nel CIE, che lo hanno spinto, con un tocco invisibile, verso una lenta morte, dopo otto mesi di coma, il 30 aprile 2014. Il suo corpo è stato rimpatriato ai familiari in Marocco, nella provincia di Taounate, in una notte di maggio, e sepolto vicino alla casa dov’era nato nel 1979 e dalla quale era partito per emigrare in Europa. Sulla sua tomba è dipinta, in rosso, l’iscrizione: “Ogni anima muore“.

Un viaggio alla ricerca delle tracce della sua vita sconosciuta, delle parole invisibili di rabbia e dolore di chi è rimasto, dei colori del suo mondo.

E’ online il teaser del documentario “Ogni anima muore” che Ottavia Salvador sta realizzando sulla storia di Majid. Ottavia e’ una dottoranda che si occupa della morte nella migrazione e ha seguito (e continua a seguire) la vicenda di Majid e della sua famiglia.

OGNI ANIMA MUORE #Teaser from Ottavia Salvador on Vimeo.

Un progetto documentaristico di Ottavia Salvador, parte di una più ampia ricerca di dottorato, sulla morte nell’emigrazione-immigrazione, all’Università di Genova [2015-2017].

È stato prezioso compagno di viaggio e ha collaborato alle riprese, Samuele Livornese.

– Per approfondire la vicenda: CIE di Gradisca – Ecco l’esposto, i video e le foto depositate

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